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248 | ATTO SOLO |
Tenente. Che imbroglio è questo? Evvi fra voi due qualche inimicizia?
Marchese. Entriamo nella nostra camera. Vi narrerò una stravagante avventura.
Tenente. Si sa ancora, se avremo la fortuna di aver con noi questa giovane passeggera?
Marchese. Andiamo. Sentirete intorno ad essa qualche cosa di particolare.
Tenente. L’avete veduta?
Marchese. Ritiriamoci; che se viene il Barone, temo non abbia a nascere qualche trista scena. Non è senza mistero la sua venuta. Venite, ascoltatemi, e se mi siete amico, assistetemi. (Ah temo che si amino, dubito che la Contessa affetti una mentita sincerità. Ardo di sdegno, fremo di gelosia), (entra nella sua camera.)
Tenente. Che imbroglio è questo? Non lo capisco. Spiacemi di vedere agitato l’amico, ma non vorrei perdere l’occasione di divertirmi con una buona tavola e con una bella ragazza. (entra nella sua camera)
SCENA VII.
Il Barone ed il Cameriere.
Cameriere. Qui, signore, non abbiamo altre camere in libertà. Se vuol restar servita di sopra?
Barone. Dov’è il tenente?
Cameriere. Perdoni, io non so di questi signori che sono qui, qual sia il signor tenente.
Barone. Quegli che ha parlato meco giù nel cortile.
Cameriere. Sarà in quella camera col suo compagno.
Barone. E chi è il suo compagno?
Cameriere. Non lo conosco.
Barone. Qual è la camera, in cui mi disse il padrone esservi un cavaliere attempato con sua figliuola?