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veri capolavori, nei quali l’arte goldoniana, tolta di mezzo la inferiorità della forma, va tranquillamente a sedersi in faccia all’arte del grande Molière; e nella specializzata verità dei caratteri e nel brio multiforme dei dialoghi, sto anch’io con coloro che credono che lo sorpassi» (Un ritorno a G., in Tribuna, 26 sett. 1897). Rincalzava di nuovo in una recensione il Maddalena: «L’originalità dei Rusteghi e delle Baruffe dove la gloriosa arte del Gold. raggiunse l'apice della perfezione, è incontestabile; né c'è barba d’erudito che possa provargli aver egli attinto questa volta ad altre fonti che alla vita» (Rassegna bibl. della lett. Ital V, f. 9-10, ag. 1897, p. 206). E Giacinto Gallina, morto nel ’97, aveva scritto: «Quest’è una tra le più popolari e le più note commedie del Gold. e suscita sempre il più schietto buonumore sebbene conti quasi un secolo e mezzo di vita. L’azione si svolge tra i pescatori, i padroni di barca, i popolani di Chioggia. Tutta la commedia è un quadretto di costumi, un idillio di pescatori fatto con una tale vivezza di tipi, di particolari, di colorito da sembrare realtà, più che pittura» (Pel 2° centenario della nascita di C. G., num. unico del Teatro Manzoni, Milano, 25 febbr. 1907, p. 60).
Così dunque il posto assegnato dai moderni scrittori alle Baruffe si trova accanto ai Rusteghi, fra le commedie del Goldoni che ottengono maggior consenso d’ammirazione, come la Casa nova, la Locandiera, il Burbero benefico, e come, a seconda dei gusti e delle predilezioni, il Ventaglio, gli Innamorati, Sior Todero, il Campiello. Continuo a citare. «Le B. Chiozz.» dice Giacinta Toselli «sono opera di un ingegno originale... La vaghezza del dialogo limpido e schietto, l’esuberanza di vita e di comicità, per cui la commedia si disegna mirabilmente armonica nei personaggi e nel linguaggio, il colorito di freschezza popolare che non s’altera mai, mostrano nell’autore genialità di concepimento, arte schietta e vigorosa di rappresentazione... E difficile esaminare scena per scena la commedia, ove ogni parola, ogni esclamazione riflette un moto dell’animo... Lucietta, una delle creazioni femminili più vive del Goldoni, e un bel fiore rigoglioso, l’amore ride sulle sue labbra e vi ritrova accenti profondamente soavi, ella passa libera come il vento del mare, gelosa, amante, gaia. Ma le isole marine, colla ricchezza della vegetazione e l’aspetto sereno del paesaggio, foggiano gli abitanti in guisa speciale, rozzi e insieme profondi, violenti e semplici, come i popoli primitivi. Nelle brusche esclamazioni, nel dialogo spezzato, nella mancanza d’una forma larga ed organata, voi vedete riflettersi la potenza mentale del popolo, simile a quella di un’arte nascente». E aggiunge ancora: «Le B. anno questo di più fra le altre commedie dialettali; lo sfondo si riflette nelle parole dei personaggi, le passioni popolari si disegnano sobrie e vive nelle scene vivaci; sembra indovinarvi sia il concetto primo degli Innamorati, sia la rapidità d’azione del Ventaglio, tanto famoso per questo lato» (Saggio d’uno studio estetico e stilistico delle commedie goldoniane dialettali, Venezia, 1904, pp. 69 e 71). Una scrittrice più nota Maria Ortiz, bene esperta del teatro e degli studi goldoniani, esclama: «Vedetelo nelle B. Chiozz.: con mezzi semplicissimi, tanto semplici che si sarebbe imbarazzati a additarli, egli riesce maravigliosamente a dar alla sua commedia quello sfondo di mare che l’allieta tutta, riesce, non si sa come, a farvi sentir dentro l’alitar fresco delle brezze adriatiche... Senza forse neppur proporselo, è riuscito a darci una pittura di ambiente così