e dic. 1827 e nov. ’28). Ma nel ’29 il Barbieri, rimasto solo direttore editore, non risparmiava qualche critica alla Comp. Ducale, e nemmeno al Goldoni: «....Entusiasti noi pure per il Burbero benefico, per il Curioso accidente, per il Molière e per tant'altre commedie che ci costerebbe troppo l'enumerare, ci facciamo però lecito d’osservare che col terz’atto, p. es., e vari altri brani di scene della Putta onorata, e forse anche un po’ colle Baruffe Chiozz., ritorniamo, ne sembra, all’antica burletta; e riceviamo certe lezioni di morale, di convenienza e di buona società che ognuno di noi potrebbe procurarsele in piazza dai fruttivendoli» (t. III, P. I. p. 371). Ahimè! Per fortuna Luigi Prividali, proprietario ed estensore del Censore universale dei teatri, pure a Milano, rallegravasi del grande concorso del pubblico a teatro Re nel settembre ’29, ove due commedie si erano recitate del Goldoni, il Molière e le Chiozzotte: «quella delle B. Chiozz., ch’io venero nel suo genere per un lavoro della più rara eccellenza, è tanto nota ed apprezzata generalmente, che quando si accorda il più alto encomio agli attuali suoi esecutori, e specialmente alla Romagnoli in questa sua parte impareggiabile, nulla resta più a dire» (n. 75). Nel genn. del ’34 la comp. Goldoni, cioè Bon, recitava ancora sullo stesso teatro; e il Barbiere di Siviglia, altro giornale milanese di musica, teatri e varietà, così commentava: «Le B. Chiozz. non si potevano far meglio. Bravissimi tutti. Il Pubblico ne ha riso di cuore, anco quel Pubblico che teme di avvilirsi ad applaudire alle produzioni goldoniane, perchè le piglia per insulsaggini, e le chiama cose appena degne del teatro della Stadera, insomma appena degne della popolaglia, come direbbe C. Botta. E a noi, poveri ciechi! sembrano degne soltanto delle persone colte e di spirito» (a. II, n. 4, art. firmato G. I.). Ma intanto anche altrove si applaudivano, per esempio a Firenze nel ’29 (teatro Alfieri: v. I teatri, lì, p. 826); a Torino (Costetti, Comp. Teatrale Sarda, Milano 1893, p. 100) e a Lucca (comp. Risenti e Solmi: V. Censore Univ., n. 38) nel "33. Nel citato Barbiere uno scrittore torinese diceva, toccando del Goldoni: «Col suo veramente originale quadro fiammingo delle B. Chiozz. ei ci diede il tipo della Commedia contadinesca o peschereccia, come la chiamavano gli antichi fiorentini, unica nel suo genere, in quel genere del quale più verun’altra commedia era comparsa in Europa dopo la tanto famigerata Tancia del Buonarotti (sic)» (a. I, 1833, n. 31). Dopo il 1840 la commedia diventa sempre più familiare e cara al pubblico italiano, ma dobbiamo accontentarci di riferire lo spoglio delle recite nella città nativa del Goldoni, compiuto pazientemente di sulla Gazzetta di "Venezia dall’amico e collaboratore Cesare Musatti: 22 e 23 ott. 1840, Malibran, comp. De Rossi; 15 apr. ’42 ivi, comp. Giac. Nalin; 22 luglio ’43 ivi, comp. Vivarelli; 30 genn. ’45, S. Benedetto, comp. Lipparini; 4 luglio ’45, Malibran, comp. Mingoni, Prosperi e Gandini; 27 ott. ’51, Malibran, filodramm. diretti da C. Hurard; 11 maggio ’52, S. Bened., comp. Bon; 29 maggio 52, nuova sala teatrale a S. Antonino, comp. Bosello; 25 genn. ’53, Apollo, comp. Cesare Asti e Comp.; 21-27 giugno ’55, Malibran, comp. Coltellini e Ristori; 23 ott. ’55, Apollo, comp. già Robetti e Vestri; 9 febbr. ’56, S. Samuele, comp. Lottini; 14-16 dic. ’56, Malibran, comp. Paoli, 22 giugno ’57 ivi, comp. Zoppetti; 23 nov. ’57, Apollo, comp. Boldrini diretta da Aless. Salvini; 7 genn. ’58, S. Benedetto, comp. Asti; 25 e 30 ag. ’58. S. Bened., comp.