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I RUSTEGHI 73

SCENA XI.

Filippetto1 in maschera da donna, il Conte Riccardo e detti.

Riccardo. Servitor umilissimo di lor signore.

Felice. Patrone, siore maschere.

Margarita. Serva. (sostenuta)

Marina. Siora maschera donna, la reverisso. (a Filippetto)

Filippetto. (Fa la riverenza da donna.)

Lucietta. (Vardè che bon sestoa!)

Felice. Maschere, andeu a spassetti?

Riccardo. Il carnovale desta l’animo ai divertimenti.

Marina. Siora Lucietta, cossa diseu de ste maschere?

Lucietta. Cossa vorla che diga? (mostrando di vergognarsi)

Filippetto. (Oh cara! oh che pometto de riosab).

Margarita. Siore maschere, le perdona la mala creanza; ale disnà ele?

Riccardo. Io no.

Margarita. In verità, voressimo andar a disnar.

Riccardo. Vi leveremo l’incomodo.

Filippetto. (De diana! no l’ho malistentec vardada!)

Riccardo. Andiamo, signora maschera. (a Filippetto)

Filippetto. (Sia malignazo!)

Marina. Eh, aspettè un pochettin. (a Riccardo e a Filippetto)

Margarita. (Me lo sento in te le recchie quel satiro de mio mario).

Felice. Maschera, senti una parola. (a Filippetto)

Filippetto. (Si accosta a Felice.)

Felice. Ve piasela? (piano a Filippello)

Filippetto. Siora sì. (piano a Felice)

Felice. Xela bella? (come sopra)

Filippetto. De diana! (come sopra)

Lucietta. (Siora madre).

  1. Che bel garbo!
  2. Mela rosa.
  3. Appena.
  1. In questa scena, e in quelle che seguono, l’ed. Pasquali stampa Felipetto.