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1902, 22 nov. al Malibran, dalla stessa compagnia, dove Dora Baldanello, la leggiadra e intelligente attrice, fu una Cecilia ammiralissima.

1906, 10 dic. al Malibran, dalla stessa compagnia, e con rinnovato trionfo di Dora Baldanello.

1907, 4 genn. al Goldoni comp. di Emilio Zago: nella quale recita lo stesso Zago si dimostra anche nella parte di Cristofolo un artista gustosissimo, la Gelich un’ingegnosa Cecilia, la Pognè una graziosa Meneghina, e Giselda Gasparini una Lucieta più furba e seducente che mai. — La commedia quindi si replica il 9, il 10, il 13, il 19, il 20, il 30 genn., e l’11 febbr., sicchè furono ben 8 repliche. E il 30 ott. lo stesso Zago dava allo stesso teatro la nona. Così dicasi nel

1908, 29 dic. pure al Goldoni. Ed egualmente nel

1909, 29 genn. per beneficiata della prima attrice, Ester Gelich Sainati che prendeva commiato con questa recita dal teatro veneziano, e fu rincrescevole perdita: poi il 13 nov. dalla comp. venez. di Ferruccio Benini.

1910, 4 e 16 genn. al Goldoni, di nuovo da Emilio Zago. — Il 29 dello stesso mese da bravi nostri dilettanti in un salone del palazzo Baglioni, a scopo di beneficenza.

Di versioni non conosciamo che quella tedesca di J. H. Saal. Des Herrn Cari Goldoni Sämmtliche Lustspiele. Dritter Theil. Leipzig 1768 pp. 1-120, col titolo: Die neue Wohnung.

Ed ora non ci resta che riportare l’erudita nota di Guido Mazzoni (Mem. di C. G. Firenze Barbera 1907, p. 395) a proposito del logogrifo che maschera il nome di colui al quale è dedicata la commedia; logogrifo che suona così:

          «Lettor, se il nome risaper ti cale
          Di quello a cui queste mie righe io scrivo.
          Parte ne addita una città papale.
          Parte il lusso comune in tempo estivo;
          Cocco, noce, pistacchio, o frutto uguale
          Altra parte ne trae dal succo attivo;
          E se un’elle tu aggiugni a quel che avanza.
          Il resto trovi del cognome in Francia».

Chi lo spiegò fu Carletta cioè Antonio Valeri (in La Nuova Rassegna Roma 21 maggio 1893); «la città papale è Roma; il lusso comune in tempo estivo sono mare, monte; dal cocco, dalla noce, da altri frutti consimili si trae arom; aggiungendo una l a quel che avanza, si ha Marmontel. La ipotesi di Carletta» (prosegue il Mazzoni) «perchè il Goldoni ne mascherasse così il casato, son due: forse, egli dice, la commedia fu scritta mentre il Marmontel del 27 dic. 1759 al 7 genn. 1760 era carcerato nella Bastiglia per una parodia satirica imprudentemente da lui declamata; e il Goldoni, per eccesso di prudenza, ne dissimulò il nome, quando nel 1768 stampò la commedia stessa nel tomo X dell’edizione Pasquali: e forse il logogrifo fu invece scritto da lui nel 1767 o nel 1768, mentre curava quella stampa, e ciò fece pure per prudenza, perchè proprio nel giugno 1767 si pubblicava dalla Sorbona la censura contro il capitolo XV del Bélisaire del Marmontel stesso. Achille Neri,