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L’AUTORE
A CHI LEGGE1.
’IO non avessi composto che questa sola Commedia, credo che essa bastato avrebbe a procurarmi quella riputazione che acquistata mi sono con tante altre. Leggendola e rileggendola, mi pare di non avere in essa niente a rimproverarmi, ed oserei proporla altrui per modello, se lusingar mi potessi che le opere mie fossero degne d’imitazione.
L’esposizione è facile, la condotta è semplice, la critica è vera, l’interesse è vivo, e la morale è ragionevole, e non pedantesca. I caratteri sono tutti presi dalla natura. Il dialogo pure non lo può essere d’avvantaggio. La favola è verisimile in tutte le parti, e quantunque vi appaja un doppio interesse, l’azione è una sola, poichè una sola persona, cioè Cristofolo, ne forma lo scioglimento. Non istupire, Lettor carissimo, s’io faccio l’elogio della mia Commedia. Io non la metto in paragone con quelle degli altri Autori, ma colle mie, e credo mi sia lecito di preferirla a molt’altre, e di collocarla nel numero delle mie dilette. Il pubblico mi rese questa giustizia, allora quando fu sulle Scene rappresentata, e fu, in Venezia non solo, ma per tutto, con egual fortuna applaudita.
- ↑ Questa breve prefazione uscì in testa alla commedia nel t. X (1767) dell’ed. Pasquali di Venezia.