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AL MIO CARISSIMO AMICO

N. N.1


V

OI non volete che io vi dedichi una Commedia, ed io voglio dedicarvela ad ogni modo. Impeditelo, se potete. Non vi nomino, non vi prevengo, non potete dire che sia per voi, e quando ne concepiste qualche sospetto, quella modestia che vi fa ricusare la Dedica, non vi permetterà forse di attribuirvela. Dirà più d’uno, e voi lo direte cogli altri: quale soddisfazione può aver un Autore a dedicare l’opera sua ad una persona, che non è consapevole di quel presente, buono o cattivo, che tu le fai? Le dediche si fanno per tre ragioni: o per affetto, o per rispetto, o per interesse: agindo2 con tale estraordinaria cautela, non otterrai alcuno di questi effetti. L’amico non ti ringrazia, il protettore non si obbliga, il liberal non ti ricompensa. L’obbietto è ragionevole, ma io rispondo che la mia soddisfazione è nel cuore, che rendendo giustizia ad un amico, non ho bisogno che mi ringrazi, e che la buona amicizia val più d’ogni protezione e d’ogni liberal ricompensa. Avrei

  1. Dal logogrifo che segue, appare evidente il nome del Marmontel: v. Carletta (Ant. Valeri) in Nuova Rassegna, I, n. 18 (21 maggio 1893). La presente lettera di dedica uscì in testa alla commedia nel t. X dell’ed. Pasquali di Venezia, nell’anno 1767.
  2. Così il testo.