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dell’Ottocento era nel repertorio di compagnie di grido quali la Reale Sarda (Costetti, op. cit., p. 14) e quella del Duca di Modena. Intorno a una rappresentazione di quest’ultima l’anno 1829 al Teatro Re di Milano si legge nella rivista I Teatri: «Sebbene questa commedia sia una di quelle che l’Autore, il quale la intitolò la Donna di maneggio, dà a divedere nelle sue prefazioni di stimar moltissimo, ebbe per altro un mediocre successo al suo primo comparire, e mediocre parimenti fu il suo esito ogni qualvolta venne rappresentata. Sembra che il difetto principale stia nel poco interesse dell’azione, quantunque il componimento non manchi nè di caratteri nè di comiche situazioni... Questo personaggio [la protagonista] è piaciuto moltissimo, sostenuto dalla maestria della sig. Luigia Bon ed è ben immaginato e condotto. Don Properzio, ch’è il marito, riescì gradito del pari, tranne in qualche bassezza che non è più della nostra società e che si risente del tempo in cui scriveva l’autore. Alberti, padre, vestì questo carattere per eccellenza. Don Alessandro è il personaggio caricatissimo che non si usa più nelle commedie del giorno, e modellato, sembra, sul personaggio nominato Vanesio che trovasi in quasi tutte le commedie del Fagiuoli; destò per altro più volte il riso ed il buon umore, e così l’autore e l’attore Adamo Alberto ottennero il loro intento. La commedia fu ascoltata con piacere ed applaudita in parecchie situazioni, ed al calare della tenda: prova che gli attori adoperarono tutto il loro ingegno per rendere gradito un componimento, il quale per sua natura non ha il vantaggio del maggior successo » (1829, 2 dicembre).
La Donna di maneggio fu tradotta in portoghese: A mulher de prendas (Catalogo dos manuscriplos da Bibliotheca publica Eborense, Lisboa, 1868, vol. III, p. 139), e dal Saal in tedesco: Die Frau von vielen Geschäften (vol. VIII, 1771). Prima del Saal, già nel 1764, l’avrebbe tradotta, secondo G. Schaz, il viennese Laudes (cfr. Des Herrn C. G. Beobachlungen in Italien und Frankreich, Leipzig, 1789, vol. III, p. 387), ma nè tra le sue versioni a stampa la commedia si trova, nè si nesce a scoprirla fra i titoli d’altre sue, disperse. Del resto poichè il vol. VIII del Pasquali, dove apparve la prima volta l’originale, venne a luce senza dubbio appena dopo quell’anno la scarsa attendibilità della notizia è evidente.
L’intento moraleggiante della commedia consigliò, pare, al Fraporta, al Montucci, a L. Nardini, a R. Zotti e ad un anonimo d’accoglierla nelle loro Scelte. Delle tre ultime, citate per la prima volta in queste Note, diamo il titolo:
Teatro italiano ossia Commedie e tragedie degli autori più celebri, raccolte da Leonardo Nardini. Londra, Dulau, 1800. La D. d. m. e nel vol. II (cfr. Catal. generale della Raccolta drammatica italiana di L. Rasi, Firenze, 1902, p. 397).
Teatro italiano o sia Scelta di commedie e tragedie di buoni autori raccolte da Romualdo Zotti - Londra, Zotti, 1822, vol. I (Collez. di E. M.)
Raccolta di commedie scelte dell’avvocato C. Goldoni, Livorno, Vignozzi, 1819 (T. VII).
Se e quale dama sia stata modello a Donna Giulia è difficile accertare. Imbroglia la questione più che mai il solito caos cronologico, nel quale questa volta si perdono Memorie e Lettera di dedica. Nega il Goldoni che fosse la