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250 ATTO TERZO

Alessandro. Signora... Io non ho cognizione di colat gente; non saprò rinvenirlo.

Giulia. Dite che non volete.

Alessandro. Nulla più desidero che compiacervi.

Giulia. Ricercatelo.

Alessandro. Farò il possibile per obbedirvi.

Giulia. Andate.

Alessandro. Obbedisco.

Giulia. Vi aspetto.

Alessandro. Sarò sollecito. (parte)

SCENA III.

Donna Giulia sola.

Veramente è più da compatire, che da sdegnarsi; ma in ogni modo mi basta di condurlo al termine che mi ho prefisso. Ho superato il maggiore ostacolo, che era quello di donna Aurelia; dal suo viglietto ne è derivato il disinganno di don Alessandro. Parmi di sentir gente. Oh! davvero è qui donna Aspasia. Pare che la fortuna la guidi. Ottimo augurio per la terminazion dell’affare.

SCENA IV.

Donna Giulia e donna Aspasia.

Aspasia. Serva di donna Giulia.

Giulia. Serva, donna Aspasia.

Aspasia. Che dite? Non vengo spesso ad incomodarvi?

Giulia. Mi fate grazia. Comprendo dalla vostra sollecitudine la premura del vostro cuore.

Aspasia. Per chi?

Giulia. Per don Alessandro.

Aspasia. Non ci penso nemmeno.

Giulia. Su questo punto io non pretendo che mi diciate la verità.