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LA DONNA DI MANEGGIO | 225 |
mente tutti quelli che vengono, senza ch’egli lo sappia, e specialmente don Alessandro, e ha detto cose che non convengono nè al suo carattere, nè al di lei decoro; e perchè voleano giustificarsi, li ha cacciati via subito, e li ha minacciati, se non partivano.
Giulia. Ah! don Properzio vuol stimolarmi a qualche strana risoluzione.
Lisetta. È stravagante.
Giulia. Sì, è stravagantissimo.
Lisetta. Lodato il cielo.
Giulia. Dunque non c’è nessuno?
Lisetta. Nessuno.
Giulia. E il mastro di casa?
Lisetta. Può essere che quegli ci sia.
Giulia. Se c’è, digli che venga qui.
Lisetta. Basta ch’egli non sia con quel soffistico del padrone. Se è con lui, non gli parlo. Ha una maniera il padrone, che fa rabbia, che non si può soffrire. Non credo che m tutto il mondo vi sia un uomo più inquieto, più stravagante di lui. (Almeno ora la padrona mi lascia dire. Aveva una volontà di sfogarmi, che mi sentiva crepare). (parte)
SCENA III.
Donna Giulia e Fabrizio.
Giulia. Che dite eh? Mi ha licenziato la servitù. Ho da servirmi da me medesima? Non ho da poter mandare un’ambasciata dove mi pare?
Fabrizio. Se altri non vi sono, anderò io ad avvisar donna Aurelia.
Giulia. Mi farete piacere. Ma spero che potrò valermi del mastro di casa.
Fabrizio. Vuol sentire come ho principiato a scrivere a don Sigismondo?
Giulia. Sì, lo sentirò volentieri. (siedono)