Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XVIII.djvu/236

224 ATTO SECONDO


spera far valere la gioventù e l’avvenenza in luogo di dote. M’interesserò per ritrovarle marito, e mi lusingo di guadagnarla.

Fabrizio. Saggiamente ella pensa; ma la consiglio non perder tempo, sapendo io di certo che don Alessandro è innamoratissimo, e passa con essolei tutte le ore del giorno, e le cose sono molto avanzate.

Giulia. Manderò subito da donna Aurelia. Chi è di là?

SCENA II.

Lisetta e detti.

Lisetta. Signora.

Giulia. Un servitore.

Lisetta. Un servitore? Qual servitore, signora?

Giulia. O l’uno, o l’altro di loro. O il cameriere, o alcuno degli staffieri.

Lisetta. Non sa niente?

Giulia. Che cosa ho io da sapere? Non c’è nessuno in casa?

Lisetta. Non lo sa che il padrone li ha licenziati tutti, che li ha cacciati via sul momento, e che in casa non c’è più nessuno?

Giulia. Perchè una simile risoluzione?

Lisetta. Glielo direi; ma se glielo dico, va in collera.

Giulia. Dillo pure; quel che è di fatto, non si può celare.

Lisetta. È di fatto, che il padrone ha licenziata la servitù, ed è di fatto, ch’egli l’ha fatto perchè è soffistico e stravagante.

Giulia. Ma con tutte le sue stravaganze, una ragione ci ha da essere stata.

Lisetta. Mi accorda che è stravagante?

Giulia. Per accordartelo, convien ch’io sappia, se a ciò l’ha mosso stravaganza o ragione.

Lisetta. Sa ella perchè li ha licenziati?

Giulia. E perchè?

Lisetta. Perchè dice che portano ambasciate per la padrona a persone che a lui non piacciono; perchè introducono libera-