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LA DONNA DI MANEGGIO | 221 |
Properzio. Dove va, padron mio? (arrestandolo)
Alessandro. A congedarmi dalla signora.
Properzio. Non s’incomodi.
Alessandro. So il mio dovere.
Properzio. Non occorre.
Alessandro. È indispensabile.
Properzio. L’assolvo io.
Alessandro. Non tocca a lei.
Properzio. Chi è il padrone di questa casa? (riscaldato)
Alessandro. Servidor suo ossequiosissimo. (incamminandosi per uscir di casa.)
Properzio. Padrone mio riveritissimo.
Alessandro. A’ suoi comandi.
Properzio. Alla sua obbedienza.
Alessandro. Mi raccomandi alla di lei veneratissima sposa.
Properzio. Io?
Alessandro. Ah! sì, da essa dipende o l’apice delle mie contentezze, o l’abisso delle mie sventure. Vi supplico della vostra umanissima protezione, e vi bacio le mani, e vi faccio umilissima riverenza. (parte)
SCENA XIII.
Don Properzio solo.
Mediatore io? Che non sappia costui che io sono il marito di donna Giulia? Poffar il mondo! mediatore io? Ma di che? Penserò mal di mia moglie? Dubiterò di una dama? Eh cospetto di bacco! era ingmocchiato a’ suoi piedi.... Fuoco, lite, separazione. Sì, principiamo da questo: sospensione della mesata dei dieci scudi. (parte)
Fine dell’Atto Primo.