rabile di Lei nome tra’ miei Fogli stampati. Il credito ch’ella ha in Francia, può avvantaggiare moltissimo la riputazione di un uomo da Lei protetto; e le illustri di Lei Parentele, e le amicizie sue decorose ponno molto contribuire al mio desiderato compatimento. Non dirò già, come dir sogliono alcuni, che il nome del Mecenate vaglia a difender le opere dalle critiche, e sia bastante per farle stimabili e rispettate; so che il Pubblico vuol giudicarne liberamente, e non crede di far verun torto al merito del Protettore, trattando come più gli piace l’Autore. Mi lusingo bensì ragionevolmente, che veggendo i Francesi le opere mie dall’E. V. aggradite, diranno: Costui, che non è niente in Francia, sarà qualche cosa in Italia. Chi sa che ciò non mi giovi per essere anche colà in miglior opinione? Una sì onorevole scorta mi fa essere un poco più coraggioso. Molte cose ch’io non sapeva, ho imparate dalle salutevoli benigne istruzioni di V. E., e s’io avessi talento bastante per porre le di Lei insinuazioni a profitto, tanto è grande la benignità ch’Ella ha usato meco, ch’io partirei di buoni lumi e di utilissime cognizioni arricchito. Ma tardi è per me arrivata sì buona sorte. Ho consumata l’età migliore tra le fatiche. Torno scolare allor ch’io dovrei aver finito di scrìvere. Lo studio e la fatica non mi rincresce; vorrei saper profittare, e crederei bene sparsi i sudori, e ben vegliate le notti. Ma ora mi accorgo quanto soverchiamente ho abusato della di Lei tolleranza, formando un sì lungo foglio niente per altro che per presentarle una mia Commedia. Veda V. E. da ciò, quant’io vo lungi dallo stil de’ Francesi. Non s’usano fra di loro queste sì lunghe dedicatorie. Hanno il dono di restringere il molto in poco; e sono migliori economi del tempo, e più discreti colle persone. Vorrei pure difendermi. Vorrei dir le ragioni, perchè mi sono lasciato trasportare dall’animo a dir quanto ho detto, ma tutto ciò si può dalla lettera stessa conoscere e rilevare; sarebbe un maggior difetto il ripeterlo, e chiuderò il presente umilissimo foglio, protestandomi ossequiosamente di Vostra Eccellenza
Umiliss. Devotiss. e Obbligatiss. Serv. Carlo Goldoni.
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