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208 ATTO PRIMO

Properzio. Al di lei veneralissimo foglio dei due di Agosto prossimo passato.

Fabrizio. Perdoni. Questa lettera va in Persia o alla China?

Properzio. Va a Roma, a Roma. Va a Roma, e non in Persia o alla China; va a Roma. Perchè mi domandate se va in Persia o alla China?

Fabrizio. Perchè dall’agosto al decembre sono passati cinque mesi.

Properzio. Seccatore! I pari miei rispondono quando possono, quando vogliono, e quando se ne ricordano.

Fabrizio. Verissimo. Non ci aveva pensato.

Properzio. Scrivete. (pensa)

Fabrizio. Scrivo. (aspetta, poi dice) Vuole che scriva?

Properzio. Siete lesto?

Fabrizio. Son qui, detti pure.

Properzio. Come dice il principio della lettera?

Fabrizio. Mi do l’onor di rispondere al di lei veneratissimo foglio dei due d’Agosto prossimo passato.

Properzio. Prossimo passato. Tanto più, che mostrando ella una premura estrema...

Fabrizio. (Se aveva premura, è stato servito bene). (scrive)

Properzio. Avete più servito? (ad Orazio)

Orazio. Per obbedirla.

Properzio. E chi avete servito?

Orazio. Ho servito il conte degli Utili, il conte Spergoli, il marchese Docili per obbedirla.

Properzio. Cosa abbiamo scritto? (a Fabrizio)

Fabrizio. Tanto più, che mostrando ella un’estrema premura....

Properzio. Un’estrema premura... (pensa)

Orazio. Ho servito...

Properzio. Tacete. (ad Orazio) ...di conseguire la carica di Cassiere delle finanze. (dettando)

Fabrizio. Delle finanze.

Properzio. Dove avete servito? (ad Orazio)

Orazio. A Roma, per obbedirla.

Properzio. E chi avete servito? (ad Orazio)