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198 ATTO PRIMO


duplicato a me niente costa, e niente reca di più a chi scrive, io soglio usarlo prodigalmente. Molto più volentieri abbondo in termini di rispetto e di umiliazione con quelle persone dalle quali desidero qualche cosa, e spesse volte un titolo rispettoso, un’espressione di stima, move l’animo di chi legge, e ricompensa l’onore col benefizio. Io son contenta finora del mio sistema. Non ho mai trovato che la cortesia mi pregiudichi. Ho riscosso dagli altri quella civiltà medesima che ho praticata. Ho mantenute non solo, ma aumentate di giorno in giorno le corrispondenze, e sono a portata di far piacere agli amici, di far del bene ai raccomandati, e di superare qualunque impegno.

Fabrizio. Savissimo è il pensamento della padrona; ma mi permetta il dirle, che il signor don Properzio pensa molto diversamente.

Giulia. Sì, mi è noto il costume di mio marito. Ei scrupoleggia sopra tutte le cose.

Fabrizio. Io non mi pregio di essere un buon segretario; ma per il lungo uso di tal mestiere, mi lusingo di saper formare una lettera. Eppure qualunque volta ho avuta l’occasion di servirlo, mi è convenuto correggere, mutare, ricominciare da capo. Parlo con tutto il rispetto, egli è sofistico al maggior segno (o per meglio dire, è il maggior seccatore di questo mondo).

Giulia. Sì, avete ragione. Ma lo soffro io; lo potete soffrire anche voi. Sentiamo che cosa avete scritto al Marchese. Sono sensibilissima alla cortese maniera ed alla singolare prontezza, con cui V. S. Illustrissima si è compiaciuta di favorire il mio raccomandato. Egli riconosce dalla di lei protezione la carica di Auditore che ha conseguito, ed io le resto in debito per quella benignità con cui le è piaciuto d’accogliere e di secondare le mie premure. Si accerti che niente più desidero, oltre il fortunato incontro di corrispondere coll’esecuzione di qualche di lei comando, e di manifestarmi coll’opere, quale piena di stima e di rispetto ho l’onore di protestarmi. Va benissimo. (vuol sottoscrivere)

Fabrizio. Perdoni. Non vuol ch’io rifaccia la lettera per la mancanza del titolo di Padrone?