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e profili, Firenze, 1861, p. 291), Valentino Carrera (C. G. a Torino. Torino. 1886, p. 24), il Concari (Il Settecento, Milano, Vallardi, 1900. p. 118), Ausonio Liberto [Levantini] (Articoli vari di letteratura e d’arte, anno 1907. Firenze, p. 64). il Graf (La riforma del teatro comico italiano. Carlo Goldoni [Lezioni inedite], p. 503). il Molmenti (I rusteghi. Prefazione Bibl. dell’Adriatico, Venezia. Officine Grafiche, 1908, p. IX), il Masi (Lettere di C. G., Bologna, 1880, p. 52), il Giovagnoli (C. G. in Carlo Goldoni, Num. unico, Roma. Ferino. 1893. p. 3). A. G. Barrili (C. G., Discorso, Genova, 1893, p. 13). Ai giudizi laconici, contenuti in un eloquente sostantivo (capolavoro, gioiello ecc.) o in un epiteto che al sostantivo fissa il grado (classico, mirabile, maggiore, ecc.) s’aggiungono altri, dove la lode è confortata di prove: «Conosciamo poche commedie del Goldoni, dove sia così bene piantata la favola, stretto e sciolto l’intreccio come in questa» (Neue Bibliothek der schönen Wissenschaften und der freyen Künste, Leipzig, 1766, vol. II, sec. parte); «Nel Curioso accidente l’accoppiamento di tipi originali e situazioni divertenti supera tutto ciò che v’ha di simile in altre commedie. È mirabilmente delineato il contegno dei due ricchi signori, l’uno di fronte all’altro. Nel produrre i contrasti che nascono dal conflitto di due caratteri affini Goldoni mostrò la sua maestria» (A. S. Kok, C. G. en het italianische Blijspel. Roermonde, 1874, p. 114); «Un curioso accidente ha innegabilmente pregi notevolissimi: finezza di caratteri, novità e ricchezza d’invenzione, e il quadro di costumi in esso è tanto vero, che piacerà sempre» (C. Roberto, Prefazione a una sua edizione della commedia. Vienna, Schrambl 1829). La commedia è anche per Luigi Carrer tra i prodotti più felici del genio goldoniano, ma, facendo suo un errore dell’Andres da lui citato (Dell’origine, de’ progressi ecc., vol. VI, pagg. 53, 54), crede il lavoro composto appena a Parigi, e, altro più grosso errore, per questo ottimo (Notizie su la Comm. ital. avanti C. G., Parte III, Venezia, Tasso, 1825, pagg. 108, 109). No. Gli anni gloriosi del Goldoni son proprio gli ultimi del soggiorno in patria. Nacque allora, tra altre bellissime, pur questa e in questa e in tutte le commedie di quel periodo — nota Giuseppe Ortolani — vi hanno «scene di grande bellezza umana, perchè Goldoni ci annuncia la piena matuntà e nell’assidua fatica crea l’arte sua per l’avvenire con le mani inconsapevoli, come un fanciullo i suoi giochi» (Della vita e delle opere di C. G., Venezia. 1907, p. 114). Scrive H. C. Chatfield-Taylor: «Il curioso accidente, benchè la scena sia in Olanda, è una semplice commedia d’intreccio, costruita su linee convenzionali senza quella fedeltà d’ambiente che Goldoni ci offre tanto spesso nelle sue commedie veneziane. Pure l’intreccio è così abilmente intessuto e il racconto dell’amore trionfante così simpatico che desta ancora l’interesse del pubblico; perchè, quando anni fa (1907-1908) venne recitato a Chicago e negli Stati del Nord-Ovest da Donald Robertson, quest’ottimo attore trovò che questo lavoro piaceva alla massa degli spettatori più che qualunque altro di Molière, Calderon, Ibsen, Browning ed altri ancora, da lui eseguiti in quel tempo» (Goldoni. A biography. New York, MDCDXIIl. pp. 371. 372). Per l’agile prontezza onde il Goldoni «intuisce la possibilità di combinazioni strane per prolungar gli equivoci» potrebbe il Curioso accidente — secondo il Momigliano — servir di modello ai moderni auton di pochades. E nessuno dissente da lui quando tra le opere