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NOTA STORICA

          Un curioso accidente l’autor l’ha intitolata,
          Tratta da un fatto vero nato in città olandese,
          E ne abbiam testimoni certissimi in paese.
          In prosa ella fu scritta; è gaia e concludente
          E sperasi che possa riuscir felicemente.

Così annunciava e definiva la presente commedia Catterina Bresciani, nell’ Introduzione alle recite del Teatro di San Luca per l’anno comico 1760 (cfr. Malamani, Nuovi appunti e curiosità goldoniane, Venezia, 1887, p. 173). La recita ebbe luogo la sera di sabato 11 ottobre di quell’anno, come si legge nella Gazzetta Veneta del 15 dello stesso mese. Alla notizia l’estensore, Gasparo Gozzi, aggiunse questo breve commento: «La trasse il signor Dottor Goldoni da una storia, che gli venne dagli amici suoi raccontata, dandole corpo, e azione comica, e vestendola d’un Dialogo naturale, e vivace». Che lo spunto venisse da un aneddoto storico è detto anche nella Premessa e ripetuto nelle Memorie (P. II, cap. XXX). Non isfugga però il parallelismo, avvertito dal De Gubernatis. tra questa commedia e il Medico olandese. Al polacco Guden, venuto a consultarlo per una sua invincibile nevrastenia, il dottor Bainer [leggi Boerhaave] consiglia, tra altre piacevolissime cure, anche un po’ d’amore.

Non intende a sordo il cliente. S’innamora e innamora di sè, senza perder tempo, la stessa figliola del medico. «Così, con un espediente simile a quello del Curioso accidente, anche il medico olandese si fa, in casa propria, inavvedutamente, mezzano d’amori» (De Gubernatis, C. G. Corso di lezioni, ecc., Firenze, 1911, p. 301). Per tutto ciò che riguarda le simpatie per l’Olanda, sorte e nutrite dalla consuetudine che il Goldoni ebbe a Venezia con negozianti olandesi, rimandiamo alle Note che accompagnano I mercanti (vol. IX, p. 187) e il Medico olandese (vol. XIV, p. 93).

Le Memorie anticipano enoneamente la recita di ben cinque anni e nell’esporre l’argomento, confondendo il vero nocciolo storico con ciò che di suo v’aggiunse la fantasia dell’autore, vogliono presi alla realtà anche i personaggi di Riccardo e Costanza (cfr. Premessa). Ma sono esattissime dove affermano che il lavoro ebbe grande successo. Nel metter questa tra le opere sue più care, il Goldoni trova il consenso di spettatori e critici. I quali della bella commedia, se non sempre la moralità, levano a cielo la novissima trovata, l’abile condotta che tien gli animi sospesi fino all’ultimo, e tutte le varie vivissime figure. Quasi per unanime apprezzamento questo Curioso accidente è compreso fra i capolavori del Veneziano. Così giudicano Meneghezzi (Della vita e delle opere di C. G., Mil., 1827, p. 132), il Brofferio (I miei tempi, Torino, 1904, vol. VIII, p. 125), la rivista I teatri, non sempre benevola al Nostro (29 sett. 1829, p. 371), Giuseppe Torelli (C G. Profilo, in Paesaggi