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UN CURIOSO ACCIDENTE 163

Giannina. E gli avete date cinquecento ghinee, perchè lo mandi ad effetto?

Filiberto. (Incauto! Mi pento quasi d’averlo fatto).

Giannina. Chi tace, conferma; è la verità dunque?

Filiberto. Che vorreste dire per ciò?

Giannina. Niente, signore; mi basta di aver saputo che ciò sia vero. Serva umilissima del signor padre.

Filiberto. Dove andate?

Giannina. A consolarmi.

Filiberto. Di che?

Giannina. Delle nozze di monsieur de la Cotterie.

Filiberto. Non saranno ancora eseguite.

Giannina. Si spera che succederanno fra poco.

Filiberto. Avvertite di non parlar di ciò con nessuno.

Giannina. Non vi è pericolo. Si sapranno quando saranno fatte. E voi avrete il merito di averle ordinate, ed io sarò contentissima che siano fatte. (parte)

Filiberto. Non vorrei che si formalizzasse del mal esempio. Ma non vi è dubbio. È una buona fanciulla; sa distinguere, quanto me, i casi e le convenienze. E poi so come l’ho educata, e sotto la mia vigilanza non vi è pericolo che mi accadano di tai disastri.

Fine dell’Atto Secondo.