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UN CURIOSO ACCIDENTE 161

SCENA IX.

Monsieur Filiberto.

Veramente mi rimorde un poco l’interno per un sì fatto suggerimento. Penso che ho ancor io una figliuola, e non vorrei mi venisse fatto un simile torto; e insegna la natura, e comanda la legge, che ad altri non si procuri ciò che a se medesimo non piacerebbe. Ma sono spinto violentemente da più ragioni. Una certa tenerezza di cuore, inclinata all’ospitalità, all’amicizia, mi trasporta ad amare ed a favorire il tenente, e ad interessarmi per lui, come s’ei fosse del mio medesimo sangue. Il maritaggio mi pare assai conveniente, e trovo ingiusta la resistenza di monsieur Riccardo, e tirannica la di lui austerità per la figlia. Aggiugnesi a tutto ciò il trattamento incivile che ho da lui ricevuto, e la brama di vendicarmi, e la compiacenza di vedere avvilito il superbo. Sì, a costo di perdere le cinquecento ghinee, ho piacere di veder contento l’amico, e mortificato Riccardo.

SCENA X.

Madamigella Costanza e detto.

Costanza. Eccomi a voi, signore.

Filiberto. Che fate qui? (con inquietudine)

Costanza. Non mi avete invitata?

Filiberto. Avete veduto monsieur de la Cotterie? (come sopra)

Costanza. Non l’ho veduto.

Filiberto. Ritornate subito da vostra zia. (come sopra)

Costanza. Mi discacciate di casa vostra?

Filiberto. Non vi discaccio; vi consiglio, vi prego. Andate tosto, vi dico.

Costanza. Vorrei saper la ragione...

Filiberto. La saprete, quando sarete da vostra zia.

Costanza. Novità ve ne sono?

Filiberto. Sì, ve ne sono.