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158 | ATTO SECONDO |
SCENA VIII.
Monsieur Filiberto, poi Monsieur de la Cotterie.
Filiberto. Villano, zotico, senza civiltà, impertinente. (passeggiando)
Cotterie. (Le altercazioni seguite mi lusingano che gli abbia data la negativa).
Filiberto. (Non son chi sono, s’io non te la faccio vedere).
Cotterie. Signore.... (a Filiberto)
Filiberto. Burbero, animalaccio...
Cotterie. Viene a me il complimento?
Filiberto. Perdonatemi. La collera fa travedere.
Cotterie. Con chi siete voi adirato?
Filiberto. Con quell’indiscreto di monsieur Riccardo.
Cotterie. E che sì, che egli non acconsente al maritaggio di sua figliuola?
Filiberto. (Mi dispiace di dover dare al povero tenente questo nuovo travaglio).
Cotterie. (Sia ringraziato il cielo. La fortuna vuole aiutarmi).
Filiberto. Figliuolo mio, non fate che la bile vi guasti il sangue.
Cotterie. Ditemi il vero. Ha egli ricusato il partito?
Filiberto. Gli uomini di mondo hanno da essere preparati a tutto.
Cotterie. Io sono impaziente di sapere la verità.
Filiberto. (Oh! se gliela dico, mi muore qui).
Cotterie. (Questa è una seccatura insoffribile).
Filiberto. (Eppure conviene che egli lo sappia).
Cotterie. Signore, con vostra buona licenza. ((in atto di partire)
Filiberto. Fermatevi. (Non vorrei che si andasse ad affogar per disperazione).
Cotterie. Ci vuol tanto a dirmi quel che vi ha detto?
Filiberto. Non vi alterate, figliuolo, non vi disperate per questo, che se un padre avido, piesontuoso, ignorante, nega di collocare decentemente la figlia, ci può esser modo di averla a dispetto suo.
Cotterie. No, signore. Quando il padre non acconsente, non è giusto che io persista a volerla.