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UN CURIOSO ACCIDENTE 155

Marianna. Voi me la volete dare ad intendere.

Filiberto. Mi maraviglio della tua ostinazione.

Marianna. Ci scommetterei la testa, che quel ch’io dico è la verità.

Filiberto. Impara meglio a conoscere ed a rispettare la tua padrona.

Marianna. Finalmente è un amore onesto...

Filiberto. Va via di qui.

Marianna. Io non ci vedo questo gran male.

Filiberto. Vien gente; ecco monsieur Riccardo. Va via di qui.

Marianna. Colle buone, signore.

Filiberto. Sciocca!

Marianna. Vedremo chi sarà più sciocca da me a....

Filiberto. Da te a chi?

Marianna. Da me a quello che passa or per la strada. (parte)

SCENA VII.

Monsieur Filiberto, poi Monsieur Riccardo.

Filiberto. Impertinente! Si mariti o non si mariti, non la voglio più in casa mia. Pensar così di mia figlia? non è capace Giannina, non è capace.

Riccardo. Servitore, monsieur Filiberto.

Filiberto. Buon giorno, monsieur Riccardo. Compatitemi, se vi ho mcomodato.

Riccardo. Che cosa mi comandate?

Filiberto. Ho da parlarvi. Accomodatevi.

Riccardo. Ho poco tempo per trattenermi.

Filiberto. Avete molte faccende?

Riccardo. Sì, certo. Fra le altre cose sono circondato da mezzo mondo per causa di un contrabbando arrestato.

Filiberto. Mi è stato detto. Quelle povere genti sono ancora in prigione?

Riccardo. Ci sono, e ci staranno sino all’intero esterminio delle loro case.

Filiberto. E avete cuore di soffrire le lacrime dei loro figliuoli?