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154 | ATTO SECONDO |
Filiberto. Lo sposo? l’avrei da saper anch’io.
Marianna. Non lo sapete?
Filiberto. Povero me! non so niente io. Dimmi tu quel che sai, non mi nascondere la verità.
Marianna. Voi mi fate rimanere di sasso. Non deve ella sposarsi a monsieur de la Cotterie? Non mi avete detto che lo sapete, e che ne siete contento?
Filiberto. Sciocca! Pare a te che io volessi dare mia figlia ad un uomo d’armata, ad un cadetto di casa povera, ad uno che non avrebbe il modo di mantenerla com’ella è nata?
Marianna. Non mi avete voi detto, che monsieur de la Cotterie si marita? e che siete impegnatissimo per consolarlo?
Filiberto. L’ho detto certo.
Marianna. E chi ha da essere la di lui sposa, se non è madamigella Giannina?
Filiberto. Sciocca! Non vi sono all’Aja altre fanciulle che lei?
Marianna. Egli non pratica in veruna casa.
Filiberto. E qui non ci vien nessuno?
Marianna. Io non so che egli usi le sue attenzioni ad altri che alla padrona.
Filiberto. Sciocca! Non sai nulla di madamigella Costanza?
Marianna. Una sciocca non può sapere di più.
Filiberto. Quai confidenze ti ha fatto la mia figliuola?
Marianna. Mi ha sempre parlato con grande stima dell’uffiziale, e si è espressa che ha della compassione per lui.
Filiberto. E tu hai creduto che la compassione procedesse dalla passione.
Marianna. Io sì.
Filiberto. Sciocca!
Marianna. E so di più, che egli voleva partire per disperazione.
Filiberto. Bene.
Marianna. Temendo che il padre non acconsentisse.
Filiberto. Benissimo.
Marianna. E non siete voi quegli?
Filiberto. E non ci sono altri padri che io?