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142 | ATTO PRIMO |
Filiberto. Non son io il vostro medico?
Cotterie. Saranno inutili tutte le vostre attenzioni.
Filiberto. Lasciate operare a me. Vado ora a ritrovare monsieur Riccardo, e mi lusingo...
Cotterie. No, signore, fermatevi.
Filiberto. Non vorrei che la consolazione vi facesse dar nei deliri. Poc’anzi mi compariste lietissimo. Da che nasce ora un tal cambiamento?
Cotterie. Son certo di dover essere sfortunato.
Filiberto. Una tale viltà è indegna di voi, e sarebbe indegna di me.
Cotterie. Non vi esponete a far maggiore la mia disgrazia.
Filiberto. Temete che il padre insista? Lasciatemi provare.
Cotterie. No certo, per parte mia vi dissento.
Filiberto. Ed io per parte mia lo vo’ fare.
Cotterie. Partirò dall’Aja; partirò sul momento.
Filiberto. Non mi userete una simile inciviltà.
SCENA IX.
Madamigella Giannina e detti.
Giannina. Che sono, signori miei, queste altercazioni?
Filiberto. Monsieur de la Cotterie mi usa dell’ingratitudine che non mi conviene.
Giannina. Possibile che egli sia di tanto capace?
Cotterie. Ah! madamigella, io sono un povero sfortunato.
Filiberto. Starei per dire, che egli non sa quello che si voglia. Confessa la sua passione, si raccomanda perchè lo aiuti, e allorchè mi esibisco di fargli ottenere madamigella Costanza, dà nelle furie e minaccia di allontanarsi.
Giannina. Mi maraviglio che il signor tenente parli ancor di partire.
Cotterie. Mi consigliereste voi di restare, in grazia di una così bella speranza? (a Giannina, ironicamente)