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138 ATTO PRIMO

Costanza. (Possibile che non me ne sia mai avveduta?)

Filiberto. Ed io sono in impegno di persuader vostro padre.

Costanza. Ma lo sa mio padre, che io amo quest’uffiziale?

Filiberto. Lo deve sapere sicuramente.

Costanza. A me non ha fatto parola alcuna.

Filiberto. Oh sì, vostro padre verrà a dialogare con voi su questa materia!

Costanza. Mi lascia venir qui liberamente.

Filiberto. Sa che venite in una casa onorata. Non può temere che vi si conceda maggiore libertà di quella che a fanciulla onesta conviene. In somma, se io mi ci frammetto, sarete contenta?

Costanza. Giusto cielo! contentissima.

Filiberto. Brava, così mi piace; la verità non si dee celare; e poi che gioverebbe il negar colle labbra ciò che manifestano i vostri occhi? Vi si vedono in volto le bragie che vi abbrustoliscono il cuore.

Costanza. Avete la vista molto penetrativa.

Filiberto. Oh! ecco qui l’uffiziale.

Costanza. Con licenza, signore.

Filiberto. Dove andate?

Costanza. Da madamigella Giannina.

Filiberto. Restate qui, se volete.

Costanza. Oh! non ci resto, signore; compatitemi. Vi son serva. (Son fuori di me. Non so in che mondo mi sia). (parte)

SCENA VIII.

Monsieur Filiberto, poi Monsieur de la Cotterie.

Filiberto. Son pur vaghe queste fanciulle. Formano una certa alternativa di ardire e di vergogna, che è un piacere a sentirle. Eccolo l’appassionato. Se mi riuscirà consolarlo, avrà l’obbligazione a mia figlia.

Cotterie. Signore, mi hanno detto che mi domandate.

Filiberto. Avete voi veduto madamigella Giannina?