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UN CURIOSO ACCIDENTE 135

Filiberto. Mia figlia.

Marianna. Davvero? (maravigliandosi)

Filiberto. Che maraviglia vi fate? La figlia non ha da partecipare la verità a suo padre?

Marianna. Anzi ha fatto benissimo.

Filiberto. Così si può rimediare.

Marianna. Finalmente è un amore onesto.

Filiberto. Onestissimo.

Marianna. Il tenente è una persona civile.

Filiberto. Civilissima.

Marianna. Non c’è altro male, che non è ricco.

Filiberto. Una buona dote può migliorare la sua condizione.

Marianna. Quando il padre è contento, non c’è più che dire.

Filiberto. Un padre, che non ha altri al mondo che questa sola fanciulla, trovando da collocarla decentemente, non può negare di soddisfarla.

Marianna. Che siate benedetto. Queste sono massime veramente da quel grand’uomo che siete. Sono consolatissima per parte del giovane e della fanciulla. (Ma molto più per me stessa, se meco resta il mio adorato Guascogna). (parte)

SCENA VII.

Monsieur Filiberto, poi Madamigella Costanza.

Filiberto. Le opere buone non possono essere che lodate, ed ogni persona che ha lume d’intelletto, le conosce e le approva.

Costanza. Signore, sono ai vostri comandi.

Filiberto. Oh! madamigella Costanza, vi vedo assai volentieri.

Costanza. Effetto della vostra bontà.

Filiberto. Piacemi che siate amica di mia figliuola.

Costanza. Ella merita molto, ed io l’amo con tutto il cuore.

Filiberto. Oh! non dite con tutto il cuore; non istà bene il dire delle bugie.

Costanza. Credete voi ch’io non l’ami sinceramente?

Filiberto. Sinceramente lo credo, ma con tutto il cuore non credo.