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UN CURIOSO ACCIDENTE 123

Cotterie. Ah! vestiti de’ miei panni, e condanna, se puoi, i miei trasporti. Le mie ferite, il mio sangue, la prigionia di guerra che m’impedisce gli avanzamenti, la ristrettezza di mie fortune, tutto mi parve poco, accanto di una bellezza che m’innamorò, che mi accese. Il buon costume della fanciulla non giunse mai ad assicurarmi dell’intero possedimento del di lei cuore, e mi diè campo al generoso disegno di abbandonarla. Ah! che sul momento di congedarmi, le lacrime ed i singulti che le fermarono fra le labbra l’estremo addio, mi accertano di essere amato quanto io l’amo, e la mia pena è estrema, e la mia risoluzione mi sembra barbara, e nell’amore mi perdo, e la ragion mi abbandona.

Guascogna. Prendete tempo, signore. Di qui non vi scacciano. Monsieur Filiberto è il miglior galantuomo di questo mondo. L’ospitalità in Olanda è il pregio specialissimo della nazione, e quest’uomo dabbene è impegnatissimo per voi e per la vostra salute. Non siete ancora perfettamente guarito, e questo è un ragionevole pretesto per trattenervi.

Cotterie. Pensa bene ai consigli che tu mi dai. Poco basta a farmi risolvere.

Guascogna. Per me, con vostra buona licenza, non tardo un momento a vuotare il baule. (principia a vuotare)

Cotterie. (Che diranno di me, s’io resto, dopo di essermi congedato?)

Guascogna. (Marianna non dovrebbe essere di ciò malcontenta). (vuotando)

Cotterie. (Sì, se ho da fingere poca salute, la mia tristezza me ne somministra il motivo).

Guascogna. (Per verità, questa remora non dispiace a me pure). (come sopra)

Cotterie. (Ah! no, quanto più tardo, tanto più la fiamma si aumenta. E qual soccorso all’incendio? e qual lusinga al disperato amor mio?)

Guascogna. (Oh, il tempo accomoda di gran cose!) (come sopra)

Cotterie. (Eh, incontrisi una morte sola, per non moltiplicare i supplizi).