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1911, 27 genn. al Goldoni, da Ferruccio Benini.

» 31 dic. nello stesso teatro dallo Zago.

1912, 24 genn. al Goldoni dallo Zago.

» 14 febbr. da dilettanti in casa della distinta famiglia veneziana Cipollato. Nè paia indiscreto soggiungere che vi vestì superbamente i panni di Lunardo un caro amico nostro, l’avv. Marco Allegri.


Sono dunque cencinquant’anni che i Rusteghi calcano le scene veneziane, e le calcheranno ancora chissà quanto altro tempo! Gran Goldoni, lasciateci ripetere! Oggi pure sentiamo poter far nostro il giudizio d’un fine critico, Clotaldo Piucco, quando ebbe a scrivere che i Rusteghi, sior Todaro, il Campiello, le Barufe chiozole di Goldoni e i Ludri di Bon «sono i modelli che non si devono dimenticare, pur facendo la commedia moderna (Prime rappresentazioni dei teatri di prosa (1848-1866) Venezia Tip. della Gazzetta, 1884, p. 27).

Circa alle riduzioni e versioni della commedia, indichiamo delle prime una sola; quella del Moncalvo, Dio non voglia in milanese, data nel settembre 1858 in Milano al teatro della Commenda (Bertolotti. Gius. Moncaluo artista comico, Milano Ricordi, p. 77), e quella trasformata, ahimè! per soli uomini da L. Schiavi (Udine 1907). Delle versioni, una in italiano col titolo: I quattro Rustici (Nuovo Repert. Dramm. Fasc. 100, Firenze Romei, 1857); una in romanesco di Luigi Randanini col titolo: Una quaterna de scontenti oppuramente co sti strilloni nun ce ne va una bene, e due tedesche: una del Saal: Die Grobiane (in H. C. Goldoni. Sàmmtl. Lustspiele. Siebenter Theil 1770, pp. 1-108); e un’altra del co. Wolf Bandissin: Die Haustyrannen (in Italienische Theater ubersetzt... Leipzig Hirzel, 1877, pp. 159-254).

Anche a tre melodrammi giocosi porsero tema i Rusteghi: il primo, in 4 atti, parole d’autore incerto, musica di Vincenzo Moscuzza, nel 1875; il secondo, poesia di Fortunato Pontecchi, musica di Adolfo Gallori, nel giugno 1891; e un terzo con parole di Giuseppe Pizzolato tradotte in tedesco da Hermann Teibler, musica di Ermanno Wolf-Ferrari, nel 1906.

Goldoni dedicò la fortunatissima commedia al conte De Baschi, ambasciatore francese presso la Repubblica di Venezia e buon intenditore del nostro dialetto; del quale scrive Goldoni nella dedica aver avuto in mente di scrivere il dizionario, «ma credere sieno meglio i lettori serviti, dando loro la spiegazione sul fatto, anzichè distrarli dalla lettura per ricorrere al lessico» (Cfr. Musatti, Goldoni e il vocabol. venez. ne L’Ateneo Veneto, genn. - febbr. 1913).

C. M.


I Rusteghi furono pubblicati la prima volta a Venezia nella primavera del 1762. nel t. III dell’ed. Pasquali e l'anno stesso a Bologna (a S. Tomaso d’Aquino). Uscirono poi a Torino (Guibert e Orgeas III, 1772), a Venezia più volte (Savioli XI. 1774 e Pilteri XI, 1774; Zatta cl. I, VII. 1789; Garbo VII, 1795) a Lucca (Bonsignori 111, 1788), a Livorno (Masi XX, 1791) e forse altrove nel Settecento. — La presente ristampa seguì più fedelmente l’ed. Pasquali, curata dall’autore. Per la grafia del dialetto veneziano ricordiamo la nostra prelazione al primo volume e ciò che più volte abbiamo detto per altre commedie, per esempio a pag. 406 del volume terzo. Le note a piè di pagina segnate da lettera alfabetica appartengono al Goldoni, quelle segnate da cifra al compilatore dì questa edizione.