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56 | ATTO SECONDO |
essere questa una cosa da prendere con tanto caldo. E se mi vuol bene davvero, com’egli dice, imparerà a regolarsi per l’avvenire con più discrezione, che non sono nata una schiava, e non voglio essere schiava.
Brigida. Signora, una visita.
Giacinta. E chi è a quest’ora?
Brigida. La signora Vittoria.
Giacinta. Le hai detto che ci sono?
Brigida. Come voleva ch’io dicessi, che non ci è?
Giacinta. Ora mi viene in tasca davvero: e dov’è?
Brigida. Ha mandato il servitore innanzi. È per la strada che viene.
Giacinta. Valle incontro. Converrà ch’io la soffra. Ho anche curiosità di sapere se viene o se non viene in campagna; se vi è novità veruna. Venendo ella a quest’ora, qualche cosa ci avrebbe a essere.
Brigida. Ho saputo una cosa.
Giacinta. E che cosa?
Brigida. Ch’ella pure si è fatto un vestito nuovo, e non lo poteva avere dal sarto, perchè credo che il sarto volesse esser pagato; e c’è stato molto che dire, e se non aveva il vestito, non voleva andare in campagna. Cose, cose veramente da mettere nelle gazzette. (parte)
SCENA XII.
Giacinta, poi Vittoria.
Giacinta. È ambiziosissima. Se vede qualche cosa di nuovo ad una persona, subito le vien la voglia di averla. Avrà saputo ch’io mi ho fatto il vestito nuovo, e l’ha voluto ella pure. Ma non avrà penetrato del mariage. Non l’ho detto a nessuno; non avrà avuto tempo a saperlo.
Vittoria. Giacintina, amica mia carissima.
Giacinta. Buon di, la mia cara gioia. (si baciano)
Vittoria. Che dite eh? È una bell’ora questa da incomodarvi?