Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/53


LE SMANIE PER LA VILLEGGIATURA 45


Vittoria. (Io ho paura che mio fratello me la voglia dare ad intendere. Che dica di non andare, e poi mi pianti, e se ne vada da se).

Ferdinando. Ho veduto l’abito della signora Giacinta.

Vittoria. È bello?

Ferdinando. Bellissimo.

Vittoria. Più del mio?

Ferdinando. Più del vostro non dico; ma è bello assai; e in campagna ha da fare una figura strepitosissima.

Vittoria. (Ed io ho da restare col mio bell’abito a spazzar le strade in Livorno?)

Ferdinando. Quest’anno io credo che si farà a Montenero una bellissima villeggiatura.

Vittoria. Per qual ragione?

Ferdinando. Vi hanno da essere delle signore di più, delle spose novelle, tutte magnifiche, tutte in gala, e le donne traggono seco gli uomini, e dove vi è della gioventù, tutti corrono. Vi sarà gran gioco, gran feste di ballo. Ci divertiremo infinitamente.

Vittoria. (Ed io ho da stare in Livorno?)

Ferdinando. (Si rode, si macera. Ci ho un gusto pazzo).

Vittoria. (No, non ci voglio stare; se credessi cacciarmi per forza con qualche amica).

Ferdinando. Signora Vittoria, a buon riverirla.

Vittoria. La riverisco.

Ferdinando. A Montenero comanda niente?

Vittoria. Eh! può essere che ci vediamo.

Ferdinando. Se verrà, ci vedremo. Se non verrà, le faremo un brindisi.

Vittoria. Non vi è bisogno ch’ella s’incomodi.

Ferdinando. Viva il bel tempo. Viva l’allegria, viva la villeggiatura. Servitore umilissimo.

Vittoria. La riverisco divotamente.

Ferdinando. (Se non va in campagna, ella crepa prima che termini questo mese). (parte)