Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/506

490

nezia, dove stette lunghi anni, prima al S. Luca, poi al S. Angelo sotto la direzione di Giuseppe Lapy, del quale fu più che amico, fratello» (Notizie istor. de’ Com. Ital. Padova, Conzatti). A detta del Bartoli, soggiunge Luigi Rasi; poichè a detta invece di Antonio Piazza, il valore artistico del Martelli e l’amor suo pel Lapy furono di assai bassa lega.» Forse» (conchiude) «alcun po’ della lode togliendo all’uno, e alcun po’ di biasimo all’altro, avremo nel Martelli un bravo artista per le parti comiche, non essendosi egli mai spacciato, e in ciò conviene anche il Bartoli, per attore tragico» (I Comici Ital. Vol. II, p. 94). Dovette pur emergervi nel settecento Alberto Ugolini, se è vero che «si distinse sostenendo tutte le parti principali nelle commedie di Goldoni» (Bortoli op. cit.). E Toderi buoni furono certamente il Berlaffa, Luigi Vestri, Luigi Duse, Luigi Gattinelli. Ai tempi nostri, molto il pubblico deve a Luigi Covi, a Guglielmo Privato, ad Albano Mezzetti e a Emilio Zago che ha Goldoni nel sangue, e mette in valore ogni più piccolo particolare. Vanno inoltre ricordati nella parte di Pellegrino Angelo Morolin, e Ferruccio Benini, mirabile per arte e per umanità. Ma chi direbbe che un F. A. Bon riuscisse un Pellegrino così poco perfetto da meritarsi le punture del Prividali, quando nel nov. 1829 diede il Todero, stimato anche dall’autorevole critico milanese «monumento eccelso dell’ingegno goldoniano» al teatro Re di Milano coi suoi soci Romagnoli e Berlaffa (Censore univ. dei teatri 28 nov. 1829)? In quella di Marcolina l’indimenticabile Marianna Morolin, la Benini-Sambo, Amalia Borisi. Finalmente nella parte della cameriera Cecilia, due comiche per l’arguta e disinvolta lepidezza sempre divertentissime: ho nominato Laura Zanon-Paladini e Giselda Gasparini.

C. M.


Il Sior Todero Brontolon uscì impresso la prima volta a Venezia, nel 1774. nei t. XIV dell’edizione Pasquali; e nello stesso anno fu ivi ristampato dal Savioli nel t. XIII (corrispondente al t. XIII ed. Pitteri, 1775), e più tardi a Torino (Guibert e Orgeas XI, 1777), a Lucca (Bonsignori. XVII. 1789), a Venezia ancora (Zatta. cl. 1.a. IX. 1789; Garbo IX, 1796), a Livorno (Masi XXIII, 1792). — La presente ristampa segui di preferenza il testo del Pasquali. Le note a piè di pagina segnate con lettera alfabetica appartengono al Goldoni stesso. Valgono per la grafia le solite avvertenze.