Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/48

40 ATTO SECONDO


Paolo. Crede ella che possa durar lungo tempo?

Vittoria. Che duri fin che io ci sono. La mia dote è in deposito, e spero che non tarderò a maritarmi.

Paolo. E intanto?....

Vittoria. E intanto terminiamo il baule.

Paolo. Ecco il padrone.

Vittoria. Non gli diciamo niente per ora. Non lo mettiamo in melanconia. Ho piacere che sia di buon animo, che si parta con allegria. Terminiamo di empir il baule. (si affrettano tutti e due a riporre il baule).

SCENA II.

Leonardo e detti.

Leonardo. (Ah! vorrei nascondere la mia passione, ma non so se sarà possibile. Sono troppo fuor di me stesso).

Vittoria. Eccoci qui, signor fratello, eccoci qui a lavorare per voi.

Leonardo. Non vi affrettate. Può essere che la partenza si differisca.

Vittoria. No, no, sollecitatela pure. Io sono in ordine, il mio mariage è finito. Son contentissima, non vedo l’ora d’andarmene.

Leonardo. Ed io, sul supposto di far a voi un piacere, ho cambiato disposizione, e per oggi non si partirà.

Vittoria. E ci vuol tanto a rimettere le cose in ordine per partire?

Leonardo. Per oggi, vi dico, non è possibile.

Vittoria. Via, per oggi pazienza. Si partirà domattina pel fresco; non è così?

Leonardo. Non lo so. Non ne son sicuro.

Vittoria. Ma voi mi volete far dare alla disperazione.

Leonardo. Disperatevi quanto volete, non so che farvi.

Vittoria. Bisogna dire che vi siano dei gran motivi.

Leonardo. Qualche cosa di più della mancanza d’un abito.

Vittoria. E la signora Giacinta va questa sera?