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394 ATTO TERZO

Pantalone. Xelo andà via sior Ridolfo? (a Costanza)

Costanza. Sior sì, el xe andà in tanta malora.

Pantalone. (Adesso capisso la rassegnazion de mia fia).

SCENA ULTIMA.

Brighella, poi Rosina e Traccagnino, e detti.

Brighella. (Domanda licenza d’introdurre un uomo e una donna suoi patriotti. Pantalone glielo concede. Brighella va alla scena, e fa venire Traccagnino e Rosina.)

Costanza. (Questa xe la siora Contessa che ghe diseva). (a Isabella)

Isabella. (Quella a cui s’era attaccato il signor Leandro?)

Costanza. Giusto quella.

Rosina. Patroni reveriti. Le perdona l’incomodo, e se mai qualchedun avesse pensa mal de mi, vegno a dirghe che son una una donna onorata, e che questo xe mio mario.

Traccagnino. (Che l’ha sposata per amor della patria.)

Brighella. E se pol dir che Traccagnin Batocchio xe veramente un bon patrioto.

Dottore. (Che ora capisce la facilità di suo figlio in sposare Isabella.)

Isabella. Son contentissima di veder consolata questa povera donna, che ingannata anch’ella da un infedele, si è esposta anch’ella a tante peripezie. Spero che il mio caro sposo non mi darà motivi di gelosia, e conducendomi a Bologna seco, mi farà godere quella pace ch’io tanto desidero. Sia lode al cielo di tutto, e lodisi, se lo merita, o si compatisca almeno, il Buon Compatriotto.

Fine della Commedia.