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IL BUON COMPATRIOTTO | 377 |
Son in mar, navego per tutt’i venti. Chiapperò porto dove che poderò; e se la fortuna me xe contraria, co no me nego, me basta. Dirò co dise quello:
» Quando s’ha principià ghe vol costanza,
» E fin che ghe xe fià, ghe xe speranza.
SCENA XI.
Piazza.
Pantalon e Brighella.
Scena a soggetto.
SCENA XII.
Brighella, poi Traccagnino.
Segue fra loro come in soggetto, e partono tutti.
SCENA XIII.
Camera d’Isabella.
Isabella, poi un Servitore.
Isabella. Non è picciolo il combattimento ch’io soffro nell’animo, fra il pensiere che mi ricorda Ridolfo, e lo sforzo ch’io deggio far per obbedire a mio padre. Dovrebbe incoraggirmi a staccarmi dal cuore l’amante, sentirlo in novelli amori invischiato, ma non lo credo, e quand’anche il credessi, la sua infedeltà non basterebbe a distruggere la mia passione. Oh cieli! troppo tenera son io di cuore, e troppo facile alle lusinghe.
Servitore. La perdoni, è qua un signor che desidera riverirla.
Isabella. Sapete chi sia?
Servitore. No lo cognosso. El xe un forestier.
Isabella. Domanda di me, o di mio padre?
Servitore. El domanda de ela.
Isabella. Fatevi dire chi è.