Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/38

30 ATTO PRIMO


Giacinta. Necessarissimo. Sarebbe una villania portare la polverina di tela; vuol essere di seta, e col cappuccietto.

Filippo. Ed a che fine il cappuccietto?

Giacinta. Per la notte, per l’aria, per l’umido, per quando è freddo.

Filippo. Ma non si usano i cappellini? I cappellini non riparano meglio?

Giacinta. Oh, i cappellini!

Brigida. Oh, oh, oh, i cappellini!

Giacinta. Che ne dici eh, Brigida? I cappellini!

Brigida. Fa morir di ridere il signor padrone. I cappellini!

Filippo. Che! ho detto qualche sproposito? Qualche bestialità? A che far tante maraviglie? Non si usavano forse i cappellini?

Giacinta. Goffaggini, goffaggini.

Brigida. Anticaglie, anticaglie.

Filippo. Ma quanto sarà, che non si usano più i cappellini?

Giacinta. Oh! due anni almeno.

Filippo. E in due anni sono venuti anticaglie?

Brigida. Ma non sapete, signore, che quello che si usa un anno, non si usa l’altro?

Filippo. Sì, è vero. Ho veduto in pochissimi anni cuffie, cuffiotti, cappellini, cappelloni; ora corrono i cappuccietti; m’aspetto che l’anno venturo vi mettiate in testa una scarpa.

Giacinta. Ma voi che vi maravigliate tanto delle donne, ditemi un poco, gli uomini non fanno peggio di noi? Una volta, quando viaggiavano per la campagna, si mettevano il loro buon giubbone di panno, le gambiere di lana, le scarpe grosse: ora portano anch’eglino la polverina, gli scappinetti colle fibbie di brilli, e montano in calesse colle calzoline di seta.

Brigida. E non usano più il bastone.

Giacinta. Ed usano il pallossetto ritorto.

Brigida. E portano l’ombrellino per ripararsi dal sole.

Giacinta. E poi dicono di noi.

Brigida. Se fanno peggio di noi.

Filippo. Io non so niente di tutto questo. So che come s’andava cinquant’anni sono, vado ancora presentemente.