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314 | ATTO TERZO |
SCENA IV.
Filippo e detti.
Filippo. La sapete la nuova?... Oh! schiavo, signor Leonardo.
Leonardo. Riverisco il signor Filippo.
Fulgenzio. E che c’è di nuovo? (a Filippo)
Filippo. Mia figlia è sortita di casa, e mi hanno detto che è andata a far visita alla signora Costanza.
Leonardo. Ah! me ne dispiace infinitamente.
Filippo. Vi ha detto nulla il signor Fulgenzio? (a Leonardo)
Leonardo. Sì, signore. Qualche cosa mi ha detto.
Filippo. Ebbene, siete voi contento? (a Leonardo)
Leonardo. Son contentissimo.
Filippo. Sia ringraziato il cielo, saremo tutti contenti.
Leonardo. Ma la signora Giacinta?
Filippo. Andiamola a ritrovare dalla signora Costanza.
Fulgenzio. Si può aspettar ch’ella torni.
Leonardo. Mia sorella deve andarci ancor ella. Può esser ci siano insieme.
Filippo. Non sarebbe mal fatto che ci andassimo ancora noi.
Leonardo. È vero. Noi dobbiamo una visita alla signora Costanza.
Filippo. E con questa occasione parleremo a Giacinta.
Fulgenzio. Ma in casa d’altri non si può parlare liberamente.
Filippo. Se non si potrà parlare, la farò venir via.
Leonardo. Che dite, signor Fulgenzio?
Fulgenzio. Io dico che un’ora prima, un’ora dopo...
Filippo. Ed io vi dico che si ha da andare immediatamente. (con sdegno)
Leonardo. Andiamo, non lo facciamo irritare. (parte)
Fulgenzio. Siete ben ostinato, signor Filippo! (parte)
Filippo. Eh! son uomo. So quel che faccio, so quel che dico. Per politica, per direzione, non la cedo a nessuno di questo mondo. (parte)