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IL RITORNO DALLA VILLEGGIATURA 275

Giacinta. Basta, grazie al cielo me ne son liberata. Parmi di avere avuto una malattia, ed essere perfettamente guarita.

Brigida. Perdoni, mi pare che vi sia un poco di convalescenza.

Giacinta. No, t’inganni. Sono sana, sanissima, com’era prima. Ora tutti i miei pensieri sono occupati all’allestimento che si ha da fare per le mie nozze. Per quello che tocca a fare per mio padre, ho già pensato quello ch’io voglio ch’egli mi faccia. Per quello poi che appartiene allo sposo, io non voglio assolutamente che il signor Leonardo si riporti alla di lui sorella. Non voglio che diasi a lei l’incombenza di porre in ordine il mio vestiario; prima non le conviene, perchè è fanciulla, e poi è di cattivo gusto. Si veste male per sè, e son sicura che sarebbe peggio per me. Ecco tutti i pensieri che mi occupano di presente; io non ho altro in testa che abiti, guarnizioni, gioie, pizzi di Fiandra, pizzi d’aria, fornimenti di bionda, scarpe, cuffie, ventagli. Questo è quanto m’interessa presentemente, e non penso ad altro. (forzandosi di mostrare intrepidezza)

Brigida. E fra tanti pensieri non le passa per mente un po’ di amore, un po’ di bene allo sposo?

Giacinta. Io spero d’amarlo un giorno teneramente. Ho sentito dire che tanti che si sono sposati per amore, si sono prestissimo annoiati e pentiti; e che altri che l’hanno fatto per impegno, per rassegnazione semplice, e con poco amore, si sono poi innamorati col tempo, e sono stati bene insino alla morte.

Brigida. Certo, signora, ella non correrà pericolo d’annoiarsi per averlo troppo amato finora. Prego il cielo che la virtù del legame operi meglio per l’avvenire.

Giacinta. Sì, così ha da essere, e così sarà. Io prendo il signor Leonardo come un marito che mi è stato destinato dal cielo, che mi è dato dal padre. So ch’io devo rispettarlo ed amarlo. Circa al rispetto, farò il mio dovere; e circa all’amore, farò tutto quel ch’io potrò.

Brigida. Perdoni, proponendosi ella di volerlo sì ben rispettare, non farà dunque ne più ne meno di quello ch’egli vorrà.

Giacinta. Sì, ma il rispetto ha da esser reciproco. S’io ho del