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IL RITORNO DALLA VILLEGGIATURA | 265 |
secondariamente, nello stato in cui sono, l’unico mio risorgimento potrebbe essere la sua dote.
Cecco. Signore....
Leonardo. Spicciati; perchè non vai dove ti ho mandato?
Cecco. Vi è un’altra novità, signore.
Leonardo. E che cosa c’è?
Cecco. Osservi. Una citazione.
Leonardo. Io non so niente di citazioni. Io non accetto le citazioni: che la portino al mio procuratore.
Cecco. Il procuratore non è in città.
Leonardo. E dov’è andato?
Cecco. È andato in villeggiatura.
Leonardo. Cospetto! anche il mio procuratore in villeggiatura? Abbandona anch’egli per il divertimento gl’interessi propri e quelli de’ suoi clienti! Io lo pago, gli do il salario, lascio di pagare ogni altro per pagar lui, fidandomi ch’ei m’assista, ch’ei mi difenda; e quando preme, non c’è, non si trova, è in villeggiatura? A me una citazione? Dov’è il messo che l’ha portata?
Cecco. Oh! il messo è partito. L’ha consegnata a me; ha notato nel suo libretto il mio nome, ed è immediatamente partito.
Leonardo. Io non so che mi fare, aspetterò che torni il procuratore. Orsù, affrettati. Va a vedere se son tornati.
Cecco. Vado immediatamente. (parte)
Leonardo. Sempre guai, sempre citazioni, sempre ricorsi. Ma giusto cielo! s’io non ne ho. E mi vogliono tormentare, e vogliono obbligarmi a quel ch’io non posso fare. Abbiano un po’ di pazienza, li pagherò. Se sarò in istato di poterli pagare, li pagherò.
Cecco. Signore, nello scendere le scale ho incontrato appunto il servitore del signor Filippo, che veniva per dar parte a lei ed alla signora Vittoria che sono ritornati a Livorno.
Leonardo. Fallo venire innanzi.
Cecco. È partito subito. Mi ha fatto vedere una lista di trenta-