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zetta Privilegiata di Ven. e Giornale dei Teatri Comici per l’anno 1820 in Biblioteca Teatrale, Ven., Gnoato); e quella che nel 1822 fece parte del «repertorio» della Reale Compagnia Sarda a Torinno (G. Costetti, La Compagnia R. Sarda, Milano, 1893, p. 27). Una recita a Trieste nel maggio 1793 ricorda G. Piazza, per opera della compagnia Nardini (Piccolo di Trieste, numero goldoniano febbr. 1907). Trovasi la Scozzese «ammessa con correzioni» nell’Elenco delle rappresentazioni drammatiche ammesse pei teatri del Regno d’Italia ch’è alla Biblioteca Marciana di Venezia (cod. 2752).

Più tardi scomparve. Oggi non rimane più di essa ai nostri occhi che un romanzetto comico di cattivo genere, per gli studiosi e i curiosi del teatro. Nel 1761 aveva avuto 12 recite di seguito, come afferma l’autore, anzi 15, come apparisce dall’elenco dell’antico teatro di S. Luca (che il proprietano avv. Marigonda vuole destinato ad arricchire la Casa di Goldoni). Oggi a stento si reggerebbe in qualche teatruccio popolare. Lindana non ha imparato da Pamela il segreto di amare e di piangere. Pare impossibile che il medesimo artista il quale poco prima aveva creato le scene eternamente vere dei Rusteghi e della Casa nova, ricopiasse dall’abate Chiari espressioni come queste di dolore femminile: «Un ferro, un veleno, una morte, una morte per carità». Ma Goldoni tornò Carlo Goldoni, e scrisse le Baruffe chiozzotte.

G. O.


La Scozzese fu stampata la prima volta a Venezia, l’anno 1774, nel t. XIII dell’ed. Pasquali e ricomparve l’anno stesso nel t. XIII dell’ed. Savioli (corrispondente al t. XIII dell’ed. Pitteri). Fu ristampata a Torino (Guibert-Orgeas XI, 1777), a Lucca (Bonsignori IX, 1789), a Livorno (Masi t. XIV, 1790), più volte a Venezia (Zatta, cl. 1, t. 1. 1789; Garbo X, 1796; Teatro moderno applaudito, t. XXXV, 1799) e forse altrove nel Settecento. — La presente ristampa seguì principalmente l’ed. Pasquali, approvata dall’autore e più fedele. Valgono le solite avvertenze.