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234 ATTO QUARTO

Marianna. Eh! non so niente io. Dubito che la sicurtà non basti.

Fabrizio. Perchè non ha da bastare? Non vi sono delitti; è un semplice sospetto contro di una persona non conosciuta.

Marianna. Sì, sì, sospetti! Sapete voi che si tratta di un padre bandito e di una famiglia disterminata?

Fabrizio. Come, come? Raccontatemi.

Marianna. No, no, non voglio che possano dire ch’io dico. Ho parlato una volta; e così non avessi parlato. Voglio avvisar di ciò la padrona. (in atto di partire)

Fabrizio. No; sentite....

Marianna. Oh! la voglio avvisare sicuramente. (entra in camera)

Fabrizio. Faccia quel che diamine vuole. Mi son finora imbarazzato anche troppo. Ho sentite cose da inorridire. Sarei in caso di licenziarla subito da quest’albergo, ma non mi dà l’animo; son di buon cuore. Finalmente un albergatore non è risponsabile de’ forestieri. Mi spiacerebbe il suo male, e non mi pentirò mai d’averle fatto del bene. Viene Milord.... Mi pare impossibile.... Eppure potrebbe darsi. Vo’ stare in attenzione di quel che accade. (parte)

SCENA V.

Milord Murrai.

Ognora s’accrescono le mie confusioni. Miledi è arrestata; ed havvi chi sagrifica per la di lei libertà l’importante somma di cinquecento ghinee? Non crederei tutto questo, se non lo avessi riscontrato cogli occhi miei. Dunque non sono io solo a parte de’ suoi segreti; ma sono il solo a cui si volevano tener celati, e sono l’ultimo a rilevarli. Il mercatante non si farebbe mallevadore di una fanciulla senza conoscerla, e non arrischierebbe tal somma senza esserne interessato. Ah! chi sa che l’interesse che lo conduce non sia l’amore? Oh cieli! Mentre io lavoro per la sua salvezza, mi veggio a fronte degli sconosciuti rivali: altri per perderla, altri per conquistarla, e