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210 | ATTO SECONDO |
gnita con puro affetto? No, Milord non è stolto; e voi siete in sospetto di mal costume.
Lindana. Lo stato in cui presentemente mi trovo, fa ch’io non possa rispondervi come dovrei. Bastivi saper per ora, che il mio sangue non è inferiore del vostro, e che vi supero di gran lunga in tolleranza e in moderazione. (parte, ed entra nella sua camera, e chiude.)
SCENA IX.
Miledi Alton, poi Monsieur la Cloche.
Miledi. Qual donna, qual demone si nasconde in costei? Quanto più si fa credere di condizione, tanto più mi dà ragion di temerla, e mi anima tanto più alla vendetta.
Cloche. Vi veggio sola, ed ho creduto poter avanzarmi.
Miledi. Ah! monsieur la Cloche, costei sempre più mi mette in agitazione. La sua alterezza mi fa credere che vi sia del mistero. Possibile che voi, che sapete tutto, non arriviate a penetrare la condizione di quest’incognita!
Cloche. Qualche cosa ho testè rilevato dai servidori di questo albergo; qualche cosa ho altresì immaginato, e credo di aver dato nel segno.
Miledi. Comunicatemi quel che sapete, e quello che voi pensate.
Cloche. Ho saputo di certo ch’ella è scozzeze; ch’è figlia nobile, non maritata; che si spaccia di sangue nobile; e ch’è venuta in Londra in compagnia di una sola fantesca. Io giudico dunque con fondamento, che questa sia una fanciulla fuggita dalla casa paterna, o trasportata da qualche passione, o sedotta da qualche amante. Pensando poi che milord Murrai è originario anche egli di Scozia, ed ha colà le sue terre, ed è solito trasferirsi spessissimo in quelle parti, giudico ch’egli si sia colà invaghito di questa giovane, e non potendo sposarla per cagion dell’impegno ch’egli ha con voi, l’abbia sedotta a fuggire; la trattenga qui con delle speranze; la mantenga coi suoi denari su quest’albergo, niente per altro che per isfogare la sua passione.