Pagina:Goldoni - Opere complete, Venezia 1914, XIX.djvu/221


LA SCOZZESE 209

Miledi. Dal turbamento che vi cagionano le mie parole, conosco che voi l’amate, e che vi lasciate sedurre da un disleale. Ma sappiate che non vi sarà alcun genere di vendetta, a cui non mi lasci trasportare dal mio sdegno.

Lindana. Ebbene! ingegnatevi di vendicarvi... (alzandosi)

Miledi. No; prima di armar le mie collere, vo’ farvi conoscere ch’io sono ragionevole, umana. Compatisco l’affetto vostro; lo credo innocente. Non essendovi noti gl’impegni di quell’ingrato, vi credeste in libertà di poterlo amare. So che siete in angustie: non vi domando il perchè; ma vi esibisco soccorso, protezione, assistenza. Sono ricca bastantemente per potervi assicurare uno stato. Eleggetelo, ed assicuratevi della mia parola.

Lindana. Miledi, voi non mi conoscete: non ho bisogno di nulla, e non vendo la mia libertà a verun prezzo.

Miledi. Rinunziate dunque agli amori di milord Murrai.

Lindana. Se avete ragione sul di lui cuore, fate ch’egli vi renda giustizia. Sopra di me voi non avete autorità veruna per obbligarmi.

Miledi. Avrò bastante potere per farvi partir di Londra.

Lindana. Non mi persuaderò mai, che in Londra si commettano delle ingiustizie.

Miledi. Un’incognita dà motivo di sospettare.

Lindana. La mia condotta mi giustifica bastantemente.

Miledi. Bella condotta! una giovane sopra un pubblico albergo tratta e amoreggia con un cavaliere, con un giovane, che non può che disonorarla!

Lindana. Milord non è capace di un’azione indegna. Quando egli lo fosse, ho tanta virtù che basta per poterlo far arrossire. E voi pentitevi del rio sospetto, se mi credeste un’avventuriera.

Miledi. Dite chi siete, se volete esser rispettata.

Lindana. A voi non sono in grado di dirlo.

Miledi. Lo saprà Milord.

Lindana. No, Milord non lo sa nemmeno.

Miledi. Milord non vi conosce, e vi ama? E non arrossite nel dirlo? Può immaginarsi veruno, che un cavaliere ami un’inco-