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208 | ATTO SECONDO |
Lindana. Parlate. (Ah! il cuor mi predice qualche nuova disavventura).
Miledi. Entriamo nella vostra camera.
Lindana. Non è propria, signora: parlate qui, se vi contentate.
Miledi. Chi è costei? (accennando Marianna)
Marianna. Io non mi chiamo costei. Il mio nome è Marianna, cameriera di questa signora, per obbedirla.
Miledi. Fatela ritirare. Ho da parlarvi segretamente. (a Lindana)
Lindana. Ritiratevi. (Sono in una estrema curiosità).
Marianna. (Eh! starò in attenzione; non lascierò che le faccia qualche sovercheria). (passa nella camera)
SCENA VIII.
Lindana e Miledi Alton.
Lindana. Accomodatevi.
Miledi. Vo’ stare in piedi. Rispondetemi; e non mi negate la verità. Milord Murrai è stato qui da voi qualche volta?
Lindana. Che importa a voi di saperlo? Con quale autorità venite voi ad interrogarmi? Sono io processata? Siete voi il mio giudice?
Miledi. Comprendo dalla vostra alterezza, che voi non mi conoscete. Perchè sappiate con qual rispetto dovevate parlarmi, vi dirò ch’io sono miledi Alton.
Lindana. Io soglio rispettar tutti, chi conosco e chi non conosco; ma non sono avvezza a lasciarmi sopraffar da nessuno.
Miledi. Siete voi qualche dama?
Lindana. Son chi sono, e non ho alcun debito di manifestar l’esser mio.
Miledi. Qualunque voi siate, o promettetemi di rinunziare al cuor di milord Murrai; o ch’io...
Lindana. Qual diritto avete voi sul cuore di milord Murrai?
Miledi. Quello di una sposa promessa.
Lindana. (Oimè! son morta). (si getta a sedere)