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LA SCOZZESE 207

Lindana. Prendete questa borsa. Portatela assolutamente al signor Friport. Assicuratelo della mia stima; e ditegli ch’io non ho bisogno di niente. (gli dà la borsa)

Fabrizio. Sarete servita. (La terrò io in deposito, e servirà a soccorrerla un giorno ne’ suoi bisogni). (parie)

SCENA VI.

Lindana e Marianna.

Marianna. Signora, voi avete operato benissimo! Il cielo ve lo rimeriti e vi consoli. Voi volete morire nell’indigenza; e volete ch’io pure sia sagrificata alla vostra virtù. Pazienza!

Lindana. Non temere, Marianna. Poco ancor posso vivere: sarai liberata ben tosto da una sì crudele padrona.

Marianna. Ah! no, signora; compatitemi. Qualche volta sento anch’io le miserie; ma quando penso che una dama, come voi siete, le soffre con si bella costanza, mi vergogno di me medesima, e le soffro in pace ancor io.

SCENA VII.

Miledi Alton, Monsieur la Cloche e le suddette.

Cloche. Ecco, ecco, Miledi; ecco lì la vostra rivale, (piano a miledi Alton.)

Miledi. Ritiratevi un poco fin ch’io le parlo (piano a monsieur la Cloche.)

Cloche. Sarò agli ordini vostri. Chiamatemi, se mi volete, (piano a miledi, e parte.)

Lindana. Vien gente: ritiriamoci. (a Marianna)

Miledi. Quella giovane, una parola. (a Lindana)

Lindana. Dite a me, signora?

Miledi. Sì. Non siete voi che si appella Lindana?

Lindana. Lo sono.

Miledi. Ho bisogno di favellarvi.