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LA SCOZZESE 205


orgoglio. So che non avete il vostro bisogno, e che qualche volta vi manca il pane. (piano)

Lindana. Ma che modo è il vostro di far arrossire con tali ingiurie?

Friport. Tacete; non fate che nessuno ci senta. Il mio viaggio della Giammaica mi ha profittato cinquemila ghinee. Io ho sempre accostumato di dare una parte del mio guadagno per elemosina. Dando a voi cinquanta ghinee, non fo che pagare il mio debito. Non vo’ cerimonie, non voglio ringraziamenti. Tenete. Riponete la borsa; ed osservate la segretezza. (le dà una borsa, e si mette a leggere le gazzette. Lindana lascia la borsa sul tavolino e si scosta un poco.)

Lindana. (Ah! trovomi in tal maniera mortificata, che non ardisco più di parlare. Oh cieli! tutto mi avvilisce, tutto mi affligge. Grande è la generosità di quest’uomo; ma non è minore l’oltraggio che io ne ricevo).

Marianna. (Fabrizio, la padrona è molto turbata. Che cosa mai le avrà detto quell’uomo?) (piano a Fabrizio)

Fabrizio. (Io credo che le voglia dare qualche soccorso; e che ella sdegni riceverlo). (piano a Marianna)

Marianna. (Oh, voglia il cielo che non lo ricusi. So io la vita miserabile che facciamo). (piano a Fabrizio)

Lindana. Signore. (a Friport)

Friport. Io non voglio ringraziamenti.

Lindana. Permettetemi ch’io vi dica, che la vostra liberalità mi sorprende; ma ch’io non sono in grado di ricevere il danaro che voi mi offriste; poichè, per dirvi la verità, io non ispero sì facilmente venire in istato di potervelo restituire.

Friport. E chi vi ha parlato di restituzione? Ve l’ho donato.

Lindana. Mi penetra il cuore la vostra bontà; ma io non sono in grado di approfittarmene. Riprendete la vostra borsa, e siate certo della mia ammirazione e della mia gratitudine.

Friport. (Scioccherie! si persuaderà). (da sè, e si mette a leggere)

Marianna. (Signora, una parola). (a Lindana)

Lindana. (Che cosa vuoi?) (piano a Marianna)