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LA SCOZZESE | 189 |
Milord. Il cuore mi si altera immediatamente.
Fabrizio. Esce la cameriera.
Milord. Lasciatemi solo con lei.
Fabrizio. Volentieri. (Se Lindana è tale, quale apparisce, il cielo non può lasciar di soccorrerla).
SCENA III.
Milord, poi Marianna che esce dalla camera e chiude l’uscio, tenendo in mano un ricamo.
Milord. Non avrò mai pace, s’io non arrivo a penetrare gli arcani di questa giovane virtuosa.
Marianna. Milord. (inchinandosi)
Milord. Buon giorno, Marianna. Che fa la vostra padrona?
Marianna. Sta bene.
Milord. Si può riverire?
Marianna. È troppo presto, signore. Non è ancora intieramente vestita. E poi sapete il di lei costume: non riceve visite senza una buona copia di testimoni.
Milord. Dove siete diretta presentemente?
Marianna. Dalla padrona di casa.
Milord. Avete qualche cosa di bello, mi pare.
Marianna. Sì, signore, è un ricamo.
Milord. È opera vostra?
Marianna. È opera della mia padrona.
Milord. Si può vedere?
Marianna. Perchè no? Ma non dite a lei d’averlo veduto.
Milord. Sdegna ella che si sappia che si diverte? Il ricamare è tale esercizio, che conviene alle persone di spirito.
Marianna. Non è per ciò; ma so io quel che dico. Non voglio ch’ella sappia, ch’io ve Lo abbia mostrato. Ecco qui: non è ben fatto questo ricamo?
Milord. Perfettamente: ella mostra anche in ciò il suo talento. A che serve questo lavoro?
Marianna. Non lo vedete? Per un paio di scarpe.