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da Aldo Ravà) e dalla Gazzetta Veneta del Chiari. Il quale nel numero del 28 ottobre 1761 scrive: «Madama la Gazzetta è stata per qualche tempo alla campagna, nè può render conto di vista della nuova commedia presentata al pubblico dal Sig. Dott. Goldoni nel Teatro di San Luca la settimana passata. Vero è che ne ha sentito dire del bene e lo crede con tutta ragione; ma sulla semplice relazione altrui non giudica d’averne a parlar d’avvantaggio. Anche in questa Commedia l’Autore ha presa di mira la Villeggiatura, come nella precedente, esaminandola e criticandola in aspetto diverso. Si dice che ne abbia una terza sullo stesso argomento». Per recite posteriori si vedano le notizie contenute nella Nota alle Smanie (pp. 93, 94). Giacinto Gallina, direttore nella Compagnia Comica Goldoniana, pensò ad eseguire tutta la trilogia. In una sua lettera del 23 gennaio 1891 a Eugenio Tibaldi si legge: «piacendo le quali [le Smanie], si farebbero i due seguiti» (Cronache Teatrali, Roma, 5 marzo 1901, p. 228). Non consta che il simpatico progetto si sia realizzato.

Non conosciamo traduzioni o riduzioni di questa commedia. Fu ristampata tre volte nella nota Scelta del Baudry (Commedie scelte di C. G., Paris 1844, 1855, 1875); le scene II - III dell’atto primo vennero accolte nella sua dal Momigliano (volume cit., pp. 93-96) con questa nota: «Sono scene che contribuiscono a dipingere il rovinoso e cieco dispendio dei protagonisti della trilogia sulla villeggiatura, e rappresentano benissimo l’allegro e volgare mondo dei servi che tagliano i panni e rodono le costole ai padroni. Nessuno può lumeggiar più vivamente di costoro tutta quella compagnia».

E. M.


Le Avventure della villeggiatura furono stampate la prima volta nel t. XI dell’edizione Pasquali di Venezia, sulla fine dell’anno 1773; e furono poi ristampate, sempre di seguito alle Smanie per la villeggiatura, a Torino (Guibert e Orgeas XIV, 1774), a Bologna (a S. Tomaso d’Aquino, 1775), a Venezia (Savioli e Pitteri XV, 1780; Zatta, cl. I, t. II, 1789; Garbo III, 1794), a Livorno (Masi XI, 1789), a Lucca (Bonsignori XVII, 1789) e forse altrove nel Settecento. — La presente ristampa fu compiuta principalmente sul testo fedele dell’edizione Pasquali. Valgono le solite avvertenze.