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LE AVVENTURE DELLA VILLEGGIATURA 143


Filippo. Finitela, che noi pranzeremo. (s’alza)

Ferdinando. Con sua permissione, ho appetito. (s’alza)

Sabina. Bravo, bravo; il reobarbaro ha operato bene. (s’alza)

Tognino. Tre soldi, signor Filippo.

Filippo. (Scioccone!) Via, favoriscano. Andiamo.

Giacinta. Si servino. Fanno ceremonie?

Vittoria. Si servino pure.

Rosina. Io non vado avanti sicuro.

Sabina. Orsù, senz’altri complimenti. Favorisca, signor Ferdinando. (gli chiede la mano)

Ferdinando. Sono a servirla. (le dà braccio)

Sabina. Con permissione. (fa una riverenza)

Ferdinando. E chi ha invidia, suo danno. (parte con Sabina)

Giacinta. Via, si serva, signora Vittoria.

Vittoria. Favorisce? (a Guglielmo, chiedendogli che la serva)

Guglielmo. Sono a servirla. (le dà braccio)

Vittoria. Soffra; compatisca. (parte con Guglielmo)

Guglielmo. (Sì, soffro più di quello ch’ella si crede). (parte con Vittoria).

Giacinta. Vadano, signore. (a Costanza e Rosina)

Costanza. Andate innanzi, Rosina.

Rosina. Andiamo, Tognino.

Tognino. (Oh! che mangiata che voglio dare). (parte con Rosina)

Costanza. Con licenza. (a Giacinta, in atto di partire)

Filippo. Vuole che abbia l’onor di servirla? (a Costanza)

Costanza. Mi fa grazia. (a Filippo)

Filippo. Se si degna. (a Costanza)

Costanza. Mi fa onore. (a Filippo)

Filippo. Qualche cosa anche a me pover’uomo. (le dà braccio)

Costanza. Povero signor Filippo! Qualche cosa anche a lui. (parte con Filippo.)

Giacinta. Vuol che andiamo? (a Leonardo)

Leonardo. Vuol che la serva? (a Giacinta)

Giacinta. Se non lo merito, non lo faccia.

Leonardo. Ah crudele!