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140 ATTO SECONDO


Guglielmo. (Ognuno può interpretar le cose a suo modo), (a Giaicnta)

Leonardo. (Signora Giacinta, che cosa avete detto piano al signor Guglielmo?) (a Giacinta)

Giacinta. (Ho da rendervi conto di tutte le mie parole?) (a Leonardo)

Leonardo. (Mi pare che ci sia un poco troppo di confidenza). (a Giacinta)

Giacinta. (Questi ingiuriosi sospetti non sono punto obbliganti). (a Leonardo)

Leonardo. (È una condizione la mia un poco troppo crudele). (da sè)

Giacinta. Orsù, è preparato, signori. L’ora è tarda, e se non si sollecita, or ora ci danno in tavola.

Sabina. Per me son lesta. Andiamo, Ferdinandino.

Ferdinando. Eccomi ad obbedirla. (Per una volta si può soffrire). (da sè, e va a sedere al tavolino indietro con Sabina)

Vittoria. Favorite, signor Guglielmo.

Guglielmo. Sono a servirla.

Vittoria. S’accomodi, signora Costanza.

Costanza. (Vuole stare nel mezzo per non guastare il bell’abito). (siedono al tavolino)

Giacinta. Se comanda, signora Rosina...

Rosina. Eccomi. (Tognino, venite con me). (a Tognino)

Tognino. Signora, sì. (Vorrei che si andasse a tavola), (tutti siedono, e principiano a giocare.

SCENA XI.

Filippo e detti.

Filippo. Servo di lor signori. (tutti salutano senza moversi) E io non ho da far niente? Tutti giocano, e per me non c’è da giocare?

Giacinta. Vuol giocare, signor padre?

Filippo. Mi parerebbe di sì.

Giacinta. Ehi! portate un altro tavolino. Vada a giocare a bazzica col signor Tognino.