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126 ATTO SECONDO


bella cosa, se fosse causa del precipizio di sua nipote? Se ella vede che vi sia qualche cosa, non ha da permettere che continui, e non ha da essere quella che attizzi il fuoco, stuzzichi la gioventù, che pur troppo il diavolo è grande; e quel ch’è stato, è stato, e non bisogna parlarne, e non mettere degli scandali e delle dissensioni nella famiglia.

Sabina. Mandatemi a chiamare il signor Ferdinando.

SCENA IV.

Ferdinando e dette.

Ferdinando. Eccomi, eccomi. Sono qui; sono qui a servirla.

Sabina. Dove siete stato finora? (sdegnata)

Ferdinando. Sono stato dallo speziale. Mi sentiva un poco di mal di stomaco, e sono stato a masticar del reobarbaro.

Sabina. State meglio ora? (dolcemente)

Ferdinando. Sì, sto un poco meglio.

Sabina. Poverino! Per questo non sarete venuto da me a prendere la cioccolata. (come sopra)

Brigida. (Ma si può dare una vecchia più pazza, più rimbambita?)

Ferdinando. Mi è dispiaciuto moltissimo a non poter venire. Ma so che ha dell’amore per me, mi compatirà.

Sabina. Andate via di qua, voi. (a Brigida)

Brigida. Oh! sì, signora, non dubiti, che io non interromperò le sue tenerezze. (parte)

SCENA V.

Ferdinando e Sabina.

Sabina. (Dicano quel che vogliono; mi basta che il mio Ferdinando) mi voglia bene).

Ferdinando. (Ora ho da digerire tutto il divertimento che ho avuto questa mattina).

Sabina. Caro il mio Ferdinando.

Ferdinando. Cara la mia cara signora Sabina.