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LE AVVENTURE DELLA VILLEGGIATURA 117


SCENA X.

Costanza e Ferdinando, poi Vittoria.


Costanza. Ma, caro signor Ferdinando...

Ferdinando. Ma, cara signora Costanza, chi si può tenere, si tenga.

Vittoria. Serva sua, signora Costanza. Perdoni se ho tardato a a fare il mio debito.

Costanza. Cosa dice mai? In ogni tempo mi fa onore; mi favorisce. La prego d’accomodarsi. (siedono)

Ferdinando. (Che dite eh? In che gala si è messa?) (sedendo, piano a Vittoria.)

Vittoria. (Tutto cattivo; non si sa nemmeno vestire), (a Ferdinando)

Costanza. (Oh, che ti venga la rabbia! Ha il mariage alla moda). (si guardano sott’occhio, e non parlano)

Ferdinando. (Si sono ammutolite, non parlano). E così, signore, che cosa dicono di questo tempo?

Vittoria. Eh! per la stagione che corre, non c’è male.

Costanza. (Ora capisco, perchè è venuta da me: per farsi vedere il bell’abito. Ma non le vo’ dar piacere, non le vo’ dir niente).

Ferdinando. E molto magnifica la signora Vittoria, è vestita veramente di gusto.

Vittoria. E una galanteria; è un abitino alla moda.

Costanza. Starà molto in campagna la signora Vittoria?

Vittoria. Fino che durerà la villeggiatura.

Ferdinando. Mi piace infinitamente la distribuzion dei colori.

Vittoria. In questa sorta d’abiti tutto consiste nell’armonia dei colori.

Costanza. (L’armonia de’ colori!) (caricandola)

Ferdinando. Questo vuol dire essere di buon gusto.

Costanza. Questa mattina, m’immagino, sarà anch’ella invitata dalla signora Giacinta.

Vittoria. Sì, signora. Ci va ella pure?

Costanza. Oh! non vuole?

Vittoria. Va a piedi, se è lecito, o va in isterzo?